Oltre cento medici di tutto il mondo, in particolare Stati Uniti, Regno Unito, Svezia, Australia, Canada, Irlanda e Norvegia, hanno dato vita a una associazione il cui obbiettivo è “promuovere un’assistenza sanitaria sicura, compassionevole, etica e basata sull’evidenza per bambini, adolescenti e giovani adulti con disforia di genere“. Con questa espressione si intende il malessere percepito da un individuo che non si riconosce nel proprio sesso o nel genere assegnatogli dalla nascita. Se è vero che casi del genere sono sempre esistiti, oggi si è giunti alla cosiddetta “teoria del genere” dove il cambio di sesso viene promosso anche in età infantile da genitori, da medici e assistenti sociali senza che il bambino o la bambina esprimano problematiche particolari. Basta che un bambino ad esempio giochi con le bambole, cosa assolutamente normale in un periodo dell’evoluzione in cui il bambino non ha chiare certe distinzioni, per imporre il cambiamento di sesso in modo medico.



Crescendo si verificano situazioni di danni psicologici irrimediabili. I medici firmatari chiedono appunto “di fermare questa dilagante sperimentazione nei giovani e sostituirla con un quadro di ricerca che generi prove utili sull’eziologia delle loro condizioni e sui fattori psicosociali che contribuiscono alla disforia di genere“. Nei vari punti del loro manifesto, ce ne è uno importante, che chiarisce come la disforia di genere finisca con lo sviluppo del bambino: “In Europa occidentale, Nord America e Australia, gli interventi ormonali e chirurgici stanno diventando sempre più la prima linea di trattamento per adolescenti e giovani adulti con disforia di genere, compresi quelli con un esordio relativamente recente“. 



DISFORIA DI GENERE, MEDICI “BASTA ASPETTARE”

Questa domanda è particolarmente rilevante se si tiene conto che “la disforia di genere che inizia nell’infanzia ha un alto tasso di risoluzione naturale, con il 61-98% dei bambini che si riidentifica con il proprio sesso biologico durante la pubertà”. Invece, dicono, “attualmente si approvano azioni irreversibili attraverso un’affermazione più automatica della visione che l’individuo ha di sé come transgender con una valutazione psicologica molto ridotta”.

I medici denunciano “l’esecuzione di interventi ormonali e chirurgici prematuri che possono portare a cambiamenti fisici irreversibili , sterilità, arresto del normale sviluppo alla pubertà, nonché complicazioni chirurgiche e mediche, oltre a effetti collaterali indesiderati dovuti ai farmaci. Questi interventi sono associati a carenze ossee, complicazioni cardiovascolari, morti premature e alti tassi di suicidio postoperatorio”.