L’OSPEDALE GEMELLI APRE L’AMBULATORIO PER LA DISFORIA DI GENERE: “CONSULENZA PER I MINORI”
Dalla giornata di giovedì 14 marzo l’Ospedale Gemelli di Roma apre l’Ambulatorio Multidisciplinare per la Disforia di Genere, un servizio di consulenza per minori che presentano difficoltà nella «strutturazione della propria identità personale e di genere», ma anche un luogo di confronto e dibattito con le loro famiglie. L’ospedale “del Papa” – dove stoicamente vengono curati e operati tutti gli ultimi Pontefici – prende una decisione importante nel contesto variegato e molto delicato dell’identità di genere: al netto della ferma condanna che resta dal Vaticano con Papa Francesco contro la “teoria gender”, l’Ospedale Gemelli apre un poliambulatorio dedicato alla disforia per provare ad accogliere e cominciare un percorso con i giovani che intendono modificare il proprio genere naturale.
L’intento è quello di scavare a fondo sulle cause che “spingono” ragazzi e ragazze a idealizzare la transizione di genere, ma seguendo un percorso scientifico e psicologico all’avanguardia: dopo le indagini aperte dal Ministero della Salute su diversi centri di cura – come l’Ospedale Careggi di Firenze – di cui si sospetta che venissero somministrati i farmaci bloccanti della pubertà senza procedere con l’intero iter prefissato, ovvero senza un percorso di psicoterapia richiesto dalle procedure dell’AIFA. Il servizio di consulenza del Gemelli in apertura domani ha la finalità di individuare, ad opera di un’equipe multidisciplinare che coinvolge la psichiatria, «la neuropsichiatria e la psicologia clinica afferente alla Fondazione Gemelli, la tipologia e la durata del percorso che meglio incontra le esigenze dei giovani, aiutando anche il nucleo familiare a gestire la propria funzione genitoriale». Per tali scopi, presso l’Ambulatorio Multidisciplinare per la Disforia di Genere verrà inizialmente effettuato un colloquio conoscitivo, al termine del quale i giovani e i loro genitori potranno, se lo desiderano, «accedere a percorsi di sostegno e/o cura di gruppo o individuali». Al termine del percorso verrà rilasciato un certificato in merito all’eventuale tipologia e durata dell’iter intrapreso «e le condizioni cliniche dell’utente», di fatto una sorta di diagnosi “nulla-osta” che le famiglie potranno presentare negli istituti clinici dove si effettuano le terapie ormonali di avvio alla transizione di genere.
OBIETTIVI E SERVIZI DELL’AMBULATORIO SULLA DISFORIA DI GENERE: INTANTO DA LONDRA…
«È bene dirlo subito: il nostro obbiettivo principale è affrontare il profondo dolore che affligge i ragazzi con disforia di genere»: lo spiega Gabriele Sani, ordinario di Psichiatria all’università Cattolica e direttore dell’unità operativa di Psichiatria clinica e d’urgenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. L’ospedale romano nell’aprire un ambulatorio sulla disforia di genere non vuole essere in alcun modo un centro di “coercizione”: «Non intendiamo condizionare nè dissuadere nessuno. Il nostro percorso sarà una riflessione condivisa per andare a fondo del disagio». A seconda dei casi che si presenteranno, lo staff di psicoterapeuti chiederà l’affiancamento di nutrizionisti, endocrinologi e tutti gli esperti possibili che possano aiutare nel definire il quadro clinico.
«La disforia di genere è solo l’ultima manifestazione di un profondo processo di trasformazione socio-culturale che dalla nascita di internet in poi ha promosso un nuovo modo di pensare, di comunicare e di percepire la realtà», spiega sul portale dell’ospedale Gemelli Federico Tonioni, ricercatore di Psichiatria all’Università Cattolica e dirigente medico della UOC Psichiatria clinica e di urgenza della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS. Hikikomori, Disturbi dell’apprendimento e disforia di genere, continua l’esperto, «sembrano muoversi su quel confine sottile che separa le sorprendenti potenzialità evolutive dell’essere umano dalla possibile genesi di nuove psicopatologie. E come spesso accade questi due ambiti sono destinati a sovrapporsi. Ci avviciniamo all’apertura di questo nuovo servizio animati dal bisogno di comprendere, lontani da qualsiasi pregiudizio e nel rispetto di ogni individualità, consapevoli di lasciare ai giovani di oggi un mondo sempre più difficile da abitare». Secondo il largo team di esperti che interverranno nei servizi di ambulatorio per i minori affetti da “crisi di genere”, l’intento è sempre più quello di «prendersi cura della persone e accogliere». Nel frattempo però dall’Inghilterra è di questi giorni la notizia del Sistema Sanitario UK che ha vietato espressamente l’uso dei farmaci anti-pubertà in quanto potenzialmente dannosi e non più “certi” come venivano definiti fino a poco tempo fa da esperti non sempre “sinceri” al 100% (come dimostra il recente scandalo WPATH, ndr): si va sempre più verso la priorità di un percorso di psicoterapia ad ampio raggio provando a capire da vicino le cause della disforia e curando, eventualmente anche con percorsi o interventi, solo dopo un lungo iter di verifica. Accompagnando il più possibile anche le famiglie di questi minori: un approccio insomma molto simile a quanto si prefigge nei propri intenti il nuovo ambulatorio dell’Ospedale Gemelli.