La disforia premestruale colpisce moltissime donne, secondo le statistiche fino al 3% nella fascia in età fertile, ma come confermano alcuni esperti, la percentuale potrebbe essere maggiore, perchè questo problema spesso non è adeguatamente diagnosticato e si associano i sintomi a quelli di una sindrome premestruale lieve, quindi trattati principalmente con antinfiammatori. Invece in molti casi il disturbo comprende condizioni più gravi, soprattutto cambiamenti che agiscono sullo stato psichico delle pazienti e possono portare anche a periodi di forte depressione con alterazioni morfologiche del cervello e pensieri autolesivi.



Gli studi fatti in questo campo hanno permesso di catalogare la disforia premestruale come un vero e proprio disturbo dell’umore, ed esaminando le modificazioni dei livelli ormonali delle donne con questa diagnosi sono riusciti a stabilire quali fattori influenzano di più il disagio psicologico. Arrivando a conclusioni dopo numerosi test,  su alcune cure, valide per periodi temporanei, come sostitutive di terapie più a lungo termine come ad esempio il trattamento ormonale che blocca l’ovulazione.



Disforia premestruale, inibitori di serotonina curano gli stati depressivi

Il quotidiano Die Welt, ha interpellato alcuni esperti per discutere sulla disforia premestruale, e sulle forme più gravi di depressione comportate da questa sindrome. La professoressa Julia Sacher, ricercatrice all’istituto per le neuroscienze Max Planck di Lipsia sostiene che gli studi finora condotti in merito all’interazione tra cambiamenti ormonali che avvengono nelle diverse fasi del ciclo mestruale e reti neurali, possano rappresentare una risposta per ottenere finalmente una terapia più efficace ai disturbi dell’umore.



La ricerca fatta dall’Istituto ha rilevato che nelle donne che soffrono di depressione nel periodo della seconda metà del ciclo, si verifica un notevole abbassamento nei livelli di serotonina. Per questo le funzioni cerebrali possono risultare alterate. Un valido aiuto per chi soffre di problemi gravi  e di stati depressivi quindi può essere rappresentato dalla somministrazione di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, che nella maggior parte dei casi hanno dimostrato di migliorare significativamente lo stato psicofisico delle pazienti.