Chi sono i maggiori fornitori di disinformazione sul covid, coloro che diffondo notizie false e nel contempo pericolose? A stilare una sorta di classifica ci ha pensato l’autorevole New York Times, citando la “The Disinformation Dozen”, una rapporto su 12 influencer che stando al Center for Countering Digital Hate sarebbero responsabili del 65% delle falsità anti covid e anti vaccino diffuse sulle varie piattaforme social. In cima vi è Joseph Mercola, osteopata della Florida, ma ai primi posti compare anche Robert F. Kennedy Jr., attivista ambientale, e Rizza Islam, affiliato della Nation of Islam. “La disinformazione che Mercola, Kennedy e gli altri hanno diffuso – scrive il NYT nella traduzione fornita da Dagospia – è una brutta cosa, un pericolo per la salute di chi ci crede oltre che un pericolo pubblico per coloro che sono esposti alle loro scelte irresponsabili”.



“È anche un promemoria – prosegue la disamina – del fatto che gli anti-vaccinisti di oggi non sono solo un fenomeno di destra, come alcuni media hanno cercato di far passare. La maggior parte delle figure nell’elenco proviene dal mondo della medicina alternativa, solitamente non associato al repubblicanesimo a coste rock”. Il quotidiano della Mela sottolinea il fatto che una parte dell’opinione pubblica pensa anche che alcuni esperti di salute “non siano così eroici o onesti come li fanno sembrare i loro stenografi dei media”.



DISINFORMAZIONE SUL COVID: “GLI ERRORI DEI CDC E DI FAUCI…”

E vengono quindi citati i Cdc, che avrebbero ampiamente sopravvalutato il rischio di diffusione all’aperto del covid, ma anche il virologo Fauci, che avrebbe “mentito – non c’è altra parola per questo – su quella che vedeva come la soglia per raggiungere l’immunità di gregge”. Un impatto, quello della disinformazione sulla vita quotidiana, che è stato “immenso”, e di conseguenza tale atteggiamento, seppur in buona fede, “ha fatto più danni nel minare la fiducia del pubblico nella scienza dell’establishment di quelli ad opera di un ciarlatano della Florida.



“La credibilità degli esperti – prosegue il New York Times – di salute pubblica dipende dalla loro comprensione del fatto che il compito di informare il pubblico significa dire tutta la verità, incluse le incertezze, invece di offrire Nobili Bugie al servizio di ciò che credono il pubblico abbia bisogno di sentirsi dire”. Il NYT invita quindi i tutori della salute pubblica ad avere “uno standard più elevato di veridicità e responsabilità. Medico, guarisci te stesso”.