Devo fare subito pubblica ammenda: mia madre quando ero piccolo, avendomi fatto vedere i cartoni della Disney “Dumbo” (personalmente, il mio preferito), “Peter Pan” e “Gli Aristogatti”, ad oggi sarebbe vista come una pericolosa reazionaria razzista. Così quantomeno la devono pensare in Disney Plus dopo la decisione “shock” partorita ieri (dopo le prime avvisaglie avvenute ad ottobre): cancellati dalla piattaforma di streaming online, per i bambini minori di 7 anni, i tre capolavori della Disney con protagonisti l’elefantino dalle grandi orecchie, i Gatti aristocratici parigini e l’eroe dell’Isola che non c’è. Motivo? “Contenuti razzisti”.
Una decisione che “calza” perfettamente al periodo che stiamo vivendo, tra “cancel culture”, politicamente corretto conformista all’ennesima potenza e timore di passare per razzisti praticamente in ogni momento: I tre film d’animazione del Novecento sono stati cancellati dalla sezione Disney + dedicata ai bambini, ma restano comunque visibili per gli adulti con la nota introduttiva che spiega come «n».
PERCHÈ QUEI TRE CARTONI SAREBBERO RAZZISTI?
Un capolavoro di “moralismo” con tinte antirazziste: e così accade che un bambino di 6 anni non potrà godersi lo spettacolo di Romeo, dell’elefantino volante o delle sfide a colpi di spada (ma non sarà toppo violento per loro? Potrebbero censurare anche quello, che ne dite?…) tra Peter Pan e Capitan Uncino. Al netto delle tante polemiche sorte a livello globale dopo l’annuncio di Disney Plus, occorre provare a “scovare” i motivi “reali” secondo cui quei tre cartoni sarebbero razzisti. Ebbene, gli Aristogatti mostrerebbero il gatto “Shun Gon” siamese con denti spioventi che si ispira ai popoli orientali: “razzista!”.
E Peter Pan? Beh, con la tribù di Giglio Tigrato chiamata “pellerossa” non si poteva certo sopportare oltre: “troppo razzista!”. E da ultimo il dolce elefantino Dumbo, che verrebbe cancellato perché all’inizio del cartone compaiono schiavi afroamericani (era il 1941, quel dramma purtroppo esisteva!) che cantano «E quando poi veniamo pagati, buttiamo via tutti i nostri sogni»: “troppo, troppo razzista!”. Per la Disney con quelle immagini e suoni si offenderebbero i popoli internazionali e dunque è meglio censurare/oscurare/cancellare: che tempi strani signori e che ‘disonore’ avere avuto una madre e un padre che si sono “venduti” al ‘mercimonio razzista americano’ per far strappare un sorriso ad un bambino ancora molto piccolo. Posso aggiungere altro vostro onore? Ok. Grazie Mamma, grazie Papà. Saremo una famiglia razzista ma almeno ci vogliamo bene.