Ok, sono faziosa, e omofoba. Nello stravolgimento del linguaggio, che è la madre di tutti gli stravolgimenti antropologici, omofobo è diventato il peggior insulto, invalidante, escludente, un marchio d’infamia. Bisogna essere in tanti, per sopravvivere. E allora, siamo faziosi, boicottiamo la Disney. Che ha deciso, comunicato di oggi della Company, di impegnarsi a sostenere e promuovere l’inclusione in tutte le sue forme, in collaborazione con le Famiglie Arcobaleno, per l’Italia, e le diverse associazioni Lgbt nei vari paesi. Il mondo è bello perché è vario e le famiglie sono diverse, la diversità è una ricchezza, eccetera.



No. La famiglia è una sola, scalcagnata, malandata, ma una: quella formata da una madre e un padre che si assumono la responsabilità genitoriale, che abbiamo o no figli. Le altre sono forme associative legittime, ma non sono famiglie.

E dirlo non significa essere omofobi, ma realisti. Speriamo ancora che un dì prossimo il ddl Zan, diventato legge, non ci metta sotto giudizio per osare scriverlo, ma finché si potrà e anche dopo, rischiando quel che c’è da rischiare, ci alzeremo in piedi, seguendo l’invito di Giovanni Paolo II. “Ci alzeremo in piedi quando un bambino viene visto come un mezzo per soddisfare un’emozione… quando l’istituzione del matrimonio viene abbandonata all’egoismo umano… quando il valore della famiglia è minacciato dalle pressioni sociali ed economiche e riaffermeremo che la famiglia è  necessaria non  solo per il bene dell’individuo, ma dell’intera società”. Punto.



E allora boicottiamo la Disney. Ma com’è possibile, siamo cresciuti, e generazioni ormai prima di noi, con le sue storie, i suoi film. Infatti, arrocchiamoci sui vecchi. Diventa rivoluzionario far vedere ai propri figli e  nipoti Cenerentola, Biancaneve, La bella addormentata nel bosco, con quell’orrida presenza di streghe, nani, principi azzurri che baciano senza il consenso, nozze in castelli sfavillanti. Ardito commuoversi per Dumbo,  con le orecchie giganti e un cuore che palpita per la sua mamma; per i languori della Sirenetta, la tenerezza del papà del pesciolino Nemo.

Continuiamo a leggere e proporre le favole, quelle che hanno formato il nostro immaginario, quelle di cui vogliono cambiare pezzi e finali, fregandocene della dittatura del  politically correct, degli assolutismi ideologici di ogni minoranza che trasforma ogni desiderio in diritto, e ogni pseudodiritto in legge, con la benedizione dei media, della magistratura e della politica ai vertici.

Leggiamo i miti, e quando sono più grandi leggiamo ai nostri ragazzi i classici, quelli che vogliono togliere dalle scuole e università, Dante e Shakespeare, Dostoevskij, e tutti gli scrittori e i poeti censurati e negati perché osavano ancora parlare di peccato e di Dio. Resistenza, facciamola.

Poi, inviterei caldamente la Disney e le Famiglie Arcobaleno ad indignarsi o proporre collaborazioni autentiche per sostenere i milioni di famiglie nei paesi arabi dove le donne sono schiave, e le bambine pure; mi aspetto iniziative solidali con le ragazze stuprate da Boko Haram e i giovani incarcerati per le loro idee a Hong Kong. Includano davvero, anche quando non tocca i loro interessi ed istinti, o i portafogli azionari.

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