Dal primo luglio il Paese ha fatto un ulteriore passo verso la “nuova” normalità. È tornata, infatti, la possibilità di licenziare pur con alcune eccezioni e favorendo un ulteriore ricorso eccezionale alla cassa integrazione guadagni. In che condizioni arriva il Paese a questo momento “storico” per immaginare l’Italia del post-Covid?
Alcune indicazioni utili ce li offre il periodico rapporto Istat. A maggio 2021, rispetto ad aprile, si registra, complessivamente, un aumento degli occupati e una diminuzione sia dei disoccupati che degli inattivi. La crescita dell’occupazione (+0,2%, pari a +36mila unità) coinvolge, in particolare, gli uomini, i dipendenti a termine e i minori di 35 anni, mentre diminuiscono le donne, gli autonomi e gli over 35. Il tasso di occupazione sale così al 57,2% (+0,1 punti).
La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,4% rispetto ad aprile, pari a -36mila unità) riguarda, altresì, le donne e tutte le classi d’età a eccezione dei 25-34 anni. Il tasso di disoccupazione scende, in questo quadro, al 10,5% (-0,1 punti), arrivando tra i giovani al 31,7% (-1,1 punti).
A maggio, rispetto ad aprile, diminuisce anche il numero di inattivi di 15-64 anni (-0,2%, pari a -30mila unità) a seguito del calo tra i maschi e i minori di 35 anni. Il tasso di inattività scende quindi al 36,0% (-0,1 punti). Tuttavia, a seguito delle ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione registrate fino a gennaio 2021, il numero di occupati è, ahimè, ancora inferiore a quello di maggio 2020 (-0,3% pari a -57mila unità).
Una diminuzione che coinvolge, particolarmente, le donne, i lavoratori a tempo indeterminato, gli autonomi e gli occupati 35-49enni. In ogni caso, per effetto della diminuzione della popolazione in età attiva, il tasso di occupazione risulta più elevato di 0,2 punti percentuali.
Già dalle prossime settimane sarà il tempo di capire quanto questi numeri sono influenzati dalle limitazioni ai licenziamenti previsti in questi mesi di crisi Covid e dal ricorso massiccio allo strumento della cassa integrazione eccezionale legata alla pandemia in fase.
Solo dopo un chiarimento sui numeri “reali” del lavoro in Italia sarà possibile progettare, e mettere in campo, nuove, e innovative, politiche attive per il lavoro adeguate alle sfide dei tempi che viviamo (e vivremo).
Le risorse del Recovery Plan, infatti, sono un’occasione unica per fare scelte, anche radicali, per aiutare il nostro Paese a ripartire, guardando al futuro, aiutando, prima di tutto, le persone che in questo nuovo mondo che verrà saranno a maggior rischio di essere esclusi dal mercato del lavoro e di entrare nel pericoloso vortice dell’esclusione sociale.
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