ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC, Confcommercio, Confimprese e Federdistribuzione lanciano l’allarme: se confermato anche a gennaio 2021, il regime delle “zone rosse” potrebbe portare al settore del commercio al dettaglio ulteriori e irrimediabili danni.
In una nota inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al Ministro della Salute, Roberto Speranza, le Associazioni esprimono forte preoccupazione sia in merito alle più recenti e stringenti disposizioni recate dal Decreto Legge del 5 gennaio, sia in relazione al rischio di ulteriori provvedimenti restrittivi, che “colpirebbero nuovamente e pesantemente un comparto già messo in ginocchio dalle chiusure forzate degli ultimi mesi” e che non permetterebbero “agli operatori di beneficiare pienamente del periodo dei saldi invernali, con conseguente ulteriore aggravamento delle già precarie condizioni economiche di moltissimi operatori”.
In un appello congiunto viene quindi sollecitato “un approfondimento delle valutazioni sulle condizioni del commercio al dettaglio, sia in riferimento all’accresciuto danno economico e occupazionale che potrebbe derivare da ulteriori chiusure nel mese di gennaio, sia in riferimento all’effettiva efficacia che tali disposizioni potrebbero avere dal punto di vista sanitario”.
Nella missiva viene in particolare sottolineata la grave situazione in cui si trova il settore dei cosiddetti beni “non essenziali”, fortemente penalizzato “sia dai severi provvedimenti adottati dall’inizio della pandemia, sia dall’inadeguatezza delle misure di sostegno varate rispetto alla necessità e all’urgenza di assicurare adeguato ristoro delle perdite subìte e dei costi sopportati in ragione dell’emergenza Covid-19”. Si deve infatti considerare che “Le chiusure nei mesi cruciali dello shopping natalizio di novembre e dicembre nelle “zone rosse” e quelle dei negozi situati nei centri commerciali, parchi commerciali, factory outlet e assimilati in tutti i giorni festivi e pre-festivi di dicembre, su tutto il territorio nazionale – specifica la nota – hanno comportato, complessivamente, perdite quantificabili in circa 15 miliardi di euro, considerando tutti i canali distributivi fisici del commercio al dettaglio”.
Le Associazioni invitano infine il Governo a valutare le iniziative da loro messe in campo sul fronte delle norme anti-contagio. ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC, Confcommercio, Confimprese e Federdistribuzione ribadiscono infatti “il rispetto delle condizioni di sicurezza in cui, grazie all’adozione di stringenti protocolli, viene svolta l’attività in tutti gli esercizi commerciali, nonché il concorso al contenimento dei fenomeni di affollamento e di pressione sui trasporti pubblici che sarebbe assicurato dalla completa apertura dei centri commerciali, nei quali, dalla fine del primo lockdown il 18 maggio scorso, non si sono verificati casi di focolai”.