Coop prosegue il suo impegno sull’inclusione di genere rafforzando la campagna Close the Gap. E lo fa con un progetto di formazione dedicato alle filiere agricole di prodotti a marchio con occupazione femminile. Grazie al coinvolgimento e alla disponibilità di alcune imprese fornitrici e delle aziende agricole afferenti, fino alla fine dell’anno sotto la lente ci sono in particolare tre filiere: il pomodoro da industria in Campania, le clementine in Calabria e l’uva in Puglia. L’obiettivo del progetto è fornire alle circa 150 donne coinvolte strumenti per il miglioramento delle proprie condizioni di vita, con ricadute possibilmente anche nel lungo periodo.
“Quando abbiamo lanciato a marzo la campagna Close the Gap sapevamo già che avevamo tutte le intenzioni di prendere molto sul serio questo nostro impegno – spiega Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia -. Avevamo parlato di formazione, convinti che l’inclusione di genere partisse dal fornire nuovi strumenti alle donne coinvolte a qualsiasi livello nelle nostre attività. Prima ci siamo guardati dentro e abbiamo attivato corsi di formazione per i nostri stessi dirigenti e impiegati. Ora ci impegniamo anche a formare le donne là dove sono più fragili, nei campi e nei magazzini dove il ruolo femminile deve spesso scontrarsi con pregiudizi, mancanza di possibilità o di riconoscimenti. Strumenti che potrebbero sembrare scontati come l’alfabetizzazione, migliori conoscenze informatiche o il sostegno nella cura dei figli sono leve che in alcuni contesti fanno la differenza. E Coop vuole fornire a queste donne tutte gli strumenti per fare la differenza”.
Ma l’impegno dell’insegna non finisce qui. Sempre a favore dell’universo rosa, infatti, si pone anche la decisa campagna che Coop ha sostenuto contro la cosiddetta Tampon Tax, chiedendo, e ottenendo, l’abbattimento dell’Iva sugli assorbenti femminili dal 22% al 10%, come annunciato nella presentazione della Manovra 2022. Un primo traguardo sulla strada maestra che, secondo Coop, dovrà portare al traguardo finale: ottenere che i prodotti di igiene femminile siano tassati come beni di prima necessità, ovvero al 4%.
“Ci sono evidentemente disuguaglianze che vanno sanate e Coop si sta impegnando in prima persona per farlo – dichiara Latini -. Questa dell’Iva sull’assorbenza femminile può sembrare una piccola cosa, ma in realtà è un problema di tutti i giorni e quindi più grande di quanto lo si possa immaginare. Se davvero, come ha annunciato il Governo, un primo passo si è fatto, chiediamo che sia compiuto un ultimo piccolo sforzo per far sì che le donne possano acquistare i propri prodotti di igiene come un bene di prima necessità e non come un bene di lusso”.
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