Distrofia muscolare di Duchenne, uno studio ha individuato nuovi elementi che potrebbero contribuire all’elaborazione di una cura per questa malattia, rara ed ereditaria, che comporta un indebolimento dei muscoli. Indebolimento che avviene in modo progressivo e irreversibile, fino a far perdere al paziente le normali funzionalità motorie. La distrofia muscolare di Duchenne è al centro di uno studio pubblicato sulla rivista Embo Molecular Medicine che apre uno spiraglio alla cura di questa malattia.
Lo studio, tutto italiano, è stato curato dai ricercatori dell’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli. La ricerca ha potuto dimostrare il ruolo determinante giocato dai batteri intestinali simbiotici, come per esempio il butirrato, che sono in grado di contrastare i processi infiammatori e degenerativi provocati da questa malattia ai muscoli dell’organismo. I ricercatori hanno dimostrato che la composizione e la funzione di alcune particolari famiglie di questi batteri simbiotici, definiti “buoni”, sono compromesse dalla patologia. Si tratta di funzioni fisiologicamente necessarie per il benessere dell’organismo. Il team di ricerca ha quindi concluso come per contrastare la malattia degenerativa sia necessaria la produzione di specifiche molecole da parte dei batteri intestinali simbiotici.
Distrofia muscolare di Duchenne, “ruolo chiave del microbiota intestinale”
Distrofia muscolare di Duchenne e la possibile cura, Fabio Arturo Iannotti ha coordinato il team di ricercatori e, come riferisce il quotidiano Il Mattino, ha sottolineato come già “molte pubblicazioni scientifiche dimostrano che la diversità e il ruolo del microbiota intestinale ricoprono un ruolo chiave nel controllo di numerose funzioni nel nostro organismo”. Eppure, “il ruolo e il coinvolgimento del microbiota intestinale nello sviluppo e progressione delle malattie muscolari degenerative non era mai stato esplorato prima d’ora”. Un’intuizione che potrebbe rappresentare la svolta per curare i pazienti affetti dalla distrofia muscolare di Duchenne.
Fabio Arturo Iannotti ha precisato che “sebbene molti dei segnali chimici che sottendono la comunicazione tra il microbiota intestinale e i diversi organi e tessuti dell’organismo restino ancora da decifrare, sono proprio le connessioni dell’asse intestino-cervello e intestino-muscolo le maggiormente conosciute”. Lo studio da lui condotto dimostra dunque il ruolo e l’importanza delle molecole prodotte dal microbiota intestinale che, se subisce un’alterazione delle sue funzioni, possono contribuire in maniera decisiva alla gravità dei sintomi della distrofia muscolare di Duchenne.