Qualche bicchiere di troppo e qualche neurone in meno portano alla follia degli scorsi giorni a Lizzano in Belvedere dove un crocifisso è stato letteralmente devastato dalla furia di un gruppo di giovanissimi che non hanno trovato altro miglior divertimento che distruggere la reliquia urlando e bestemmiando nel video caricato sui social. Sì esatto, all’apice della loro “bravata” hanno anche pensato bene di filmare tutto e caricare sui propri account e così sono stati braccati dall’Arma dei Carabinieri di Vergato: si tratta di 3 dei 6 baby vandali tra i 16 e i 19 anni, tutti senza precedenti, che si trovavano a Lizzano per l’estate. La statua del Gesù crocifisso è stata fatta a pezzi tra risate e bestemmie ripetute mentre il Cristo veniva bersagliato e spezzato sulle braccia e il volto. Di recente il crocifisso era stato restaurato profondamente e ora invece la statua che si trovava sulla strada tra Vidiciatico e Monte Pizzo di fatto non esiste più: «Gli ha spaccato la testa, il braccio e la testa, è impazzito…» si sente commentare nel video postato da Il resto del Carlino, con un altro baby vandalo che aggiunge «Sono stato a scuola dalle suore e non mi ricordo nemmeno l’Ave Maria».



DISTRUGGONO CROCIFISSO, RINTRACCIATI GRAZIE A VIDEO SOCIAL

Ubriachi e gaudenti nel devastare il crocifisso, con il “plauso” di chi li filma e il sorriso ben poco lucido dei 3 vandali: i carabinieri sanno chi sono tutti e 6 ma mentre i tre del video – un minorenne, un diciottenne e un diciannovenne – sono già stati denunciati per danneggiamenti, per gli altri manca l’identificazione formale che dovrebbe giungere nelle prossime ore. I turisti emiliani, quasi tutti attorno a Bologna, brandiscono una mazza da baseball con cui distruggono il Cristo di legno amato da residenti e turisti della zona. «Una vergogna», commentano sui social gli utenti allibiti dalle foto postate dal gruppo Facebook “Lizzano in Belvedere Forever”. Come riporta il Resto del Carlino, uno dei ragazzi protagonisti dell’assurda bravata ha inviato, pare su consiglio dei genitori, una lettera di scuse al parroco di Vidiciatico, rendendosi inoltre disponibile a pagare la riparazione della statua.

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