disturbi del sonno possono condizionare fortemente la qualità della vita delle persone. A parlarne, a Uno Mattina, è stato Giacomo Della Marca, neurologo del Policlinico Gemelli di Roma. “Dormire permette al cervello di ricaricare le batterie. Le sue funzioni come la memoria, l’apprendimento e l’umore hanno bisogno di una quantità adeguata di ore di sonno”, ha affermato.



I ragazzi dovrebbero, secondo le raccomandazioni, dormire tra le 6 e le 11 ore, mentre gli adulti un’ora in meno. Gli anziani, invece, dovrebbero limitarsi a 5-9 ore. “I valori sono indicativi. Non vanno presi in maniera rigida. Dobbiamo dormire abbastanza per stare bene durante la giornata. È un indicatore personale”, precisa l’esperto. Le cause del sonno disturbato possono essere diverse: apnee notturne, orari non rispettati, abitudini alimentari, depressione, ansia, dolori ossei o muscolari. Ma anche comportamenti errati. “Il problema dell’utilizzo dei dispositivi elettronici sta emergendo di recente, soprattutto tra gli adolescenti o in fasce particolari della popolazione. L’abitudine in questione manipola i ritmi, perché l’esposizione alla luce va in contrasto con il sonno”. È per questo motivo che è innanzitutto fondamentale comprendere cosa c’è all’origine del fenomeno.



Disturbi del sonno: il fenomeno analizzato dagli esperti

Anche Serena Bugatti, professoressa di reumatologia dell’Università di Pavia, si è soffermata a Uno Mattina sulle cause dei disturbi del sonno. I dolori ossei o muscolari infatti sono tra queste. “Esiste una relazione stretta tra i disturbi del sonno e i problemi all’apparato muscolo-scheletrico. È un circolo vizioso, un processo interconnesso. La scarsa qualità del sonno genera un disturbo infiammatorio nell’organismo, ma chi già soffre di attrite tende a dormire male. Il dolore dunque aumenta sempre di più”, ha svelato.



È per questo motivo che, nel caso in cui i problemi muscolari siano già presenti, può essere necessario agire coi farmaci. Viceversa, è importante evitare dei comportamenti errati. “Le attriti colpiscono qualsiasi fascia di età, non solo gli anziani. È importante non sollecitare l’organismo prima di dormire, ad esempio con l’attività sportiva, che è consigliata al risveglio. Uno stato di iperattivazione in maniera sistematica può rimodulare le connessioni cerebrali e dare problemi. Mi preme ricordare che oggi abbiamo fatto tanti progressi e possiamo curare le patologie, ma se non si interrompono quei meccanismi i disturbi del sonno e della sfera affettiva diventano cronici”, ha concluso.