Diventare madri è la massima aspirazione di ogni donna? A parlarne sulle pagine di Avvenire è Paola Binetti, commentando le parole della senatrice di Fratelli d’Italia Lavinia Mannuni, che chiedeva politiche adeguate per far tornare nelle ragazze di 18-20 anni il desiderio di sposarsi e mettere su famiglia. Le lavoratrici sono passate da 9,842 milioni del dicembre 2019 a 9,530 milioni a dicembre 2020, ovvero in 312 mila in meno. “Le donne continuano a essere le principali vittime delle disuguaglianze legate al divario retributivo di genere, alla povertà e alla precarietà lavorativa. I loro diritti, compreso quello a vivere con dignità, sono diritti fondamentali che devono essere promossi dai responsabili delle politiche pubbliche” scrive Binetti.
La psichiatra e politica, continua ancora: “Il dibattito suscitato dalle parole della senatrice Mennuni non meritava di essere banalizzato e liquidato così velocemente da una parte politica che invece sarebbe potuta intervenire in modo costruttivo a tutela del vero grande obiettivo delle donne: tenere insieme vita familiare e vita professionale”. A detta di Binetti la cosa terribile è che “non si sia colto come il messaggio era quello di andare incontro alle donne, per aiutarle a integrare e armonizzare vita familiare e vita professionale, cercando soluzioni il più possibile condivise, lottando contro pregiudizi e ingiustizie”.
Diventare madri, Garavaglia: “Culle vuote un messaggio”
Anche Mariapia Garavaglia, sempre sulle pagine di Avvenire, commenta il dibattito che ha tenuto banco sui giornali e i social media nell’ultima settimana. “Forse affermare che «dobbiamo far sì che le ragazze di 18 anni, di 20 anni, vogliano sposarsi e vogliano mettere su una famiglia» è un azzardo superficiale, ma anche le polemiche politiche seguite non hanno resistito agli slogan, invece di pretendere gli approfondimenti necessari per chi ha responsabilità politiche. La maternità è relegata a fatto privato, personale, completamente affidata alla donna. Ma le culle vuote rappresentano soprattutto un urgente messaggio da raccogliere: manca fiducia nella comunità. Per desiderare figli bisogna essere circondati da amore per la vita e da relazioni positive. È la maternità il successo della vita contro ogni preoccupazione per il futuro” sottolinea.
La politica prosegue poi: “Sono certamente utili gli aiuti economici, ma non può essere sufficiente una serie di bonus o assegni svincolati da un pensiero socialmente rilevante che riguarda direttamente chi ha la maggior responsabilità, la donna“. Garavaglia chiosa poi: “Credo sia tempo che le forze politiche affrontino in radicale coerenza con la Costituzione una vertenza unitaria, tempestiva, per razionalizzare tutte le frammentarie provvidenze garantite dalla legislazione vigente. Se non si modifica lo status della donna in funzione della possibile scelta di essere madre, lo Stato, noi tutti, lasciamo sulle spalle solo della donna la responsabilità del “deserto demografico” che merita, invece, il calore della solidarietà sostanziale di una comunità “cool””.