La norma Euro7 in merito agli standard di emissione dei prossimi veicoli in produzione, sembrerebbe essere stata pesantemente rivista da Bruxelles. Come si legge sul quotidiano Il Tempo, nella giornata di lunedì prossimo, 25 settembre 2023, il tutto sarà formalizzato dai ministri dell’Industria riuniti nel Consiglio Competitività, compreso Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy.



Dieci mesi fa la Commissione aveva proposto la prima bozza per un nuovo regolamento Euro7 che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 2025, circa appunto le emissioni inquinanti dalle auto; alla prima lettura numerosi stati membri si sono subito messi di traverso, a cominciare da Italia e Francia, assieme a Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Bulgaria e Romania. Il nuovo testo di compromesso, spiega ancora il Tempo, è stato preparato dalla Spagna che ha la presidenza di turno del consiglio fino alla fine dell’anno, e punta a lasciare inalterati i limiti di inquinamento dei tubi di scappamento come previsto con l’Euro6, la normativa attualmente in vigore. Inoltre, viene ritardata, anche fino al 2030, l’applicazione di alcuni paletti come ad esempio quello riguardante le emissioni provocate dal consumo degli pneumatici.



EURO7, UE VERSO PASSO INDIETRO? NON SI VUOLE GRAVARE SUL SETTORE AUTO

Una fonte diplomatica a conoscenza del negoziato ha fatto sapere a Il Tempo che per trovare la quadra su un «dossier difficile sin dall’inizio, ci siamo concentrati sulle particelle nei freni e nelle batterie, pur mantenendo grosso modo gli standard dell’Euro 6 per quanto riguarda le emissioni di gas di scarico». Il tentativo di mettere a punto «un testo più ambizioso si è scontrato con l’assenza di sostegno degli Stati membri», che comunque lunedì approveranno la nuova bozza per poi iniziare i negoziati con l’Europarlamento.



Secondo gli Stati che si sono opposti al regolamento, le imprese dell’automotive stanno già affrontando ingenti costi per via del passaggio all’elettrico, di conseguenza imporre ancora nuovi vincoli sulle emissioni significa penalizzare ulteriormente il comparto, chiedendo al settore di affrontare quello che il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire aveva definito «costi inutili».