E’ scontro nell’esecutivo Meloni per quanto riguarda i pannelli fotovoltaici. Il ministro dell’agricoltura Lollobrigida ha vietato che gli stessi vengano apposti nei terreni agricoli, inserendo la norma nel Decreto di sostegno al settore dell’agricoltura che verrà discussa la prossima settimana in Cdm. Una presa di posizione che va però in netta contrapposizione con quella di Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente, che a febbraio aveva invece varato un piano incentivi per l’agrivoltaico e che a stretto giro di posta ha replicato che “la proposta non risulta condivisa”, così come si legge su TgCom24.it.
Ma cosa si legge nell’articolo 6 della bozza di decreto che è stata presentata dal ministro dell’agricoltura? Precisamente che “Le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”, indicazioni che non sono state condivise dall’Ambiente, così come fanno sapere fonti dal Mase sempre citate da TgCom24.it.
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Un’irritazione che è facilmente capibile visto che due mesi fa era stato varato un decreto da 30 milioni di euro per 20 anni di modo da poter arrivare già nel 2026 ad una potenza di 1,04 Gigawatt tramite il fotovoltaico e obiettivo che ora rischia ovviamente di essere disatteso se venisse approvata la proposta di Lollobrigida.
A complicare ulteriormente la posizione dello stesso ministro sono le imprese del settore energia, che sono letteralmente insorte, a cominciare da Italia Solare secondo cui il decreto “non fa gli interessi del settore agricolo, dove c’è tanto consenso per l’agrivoltaico, e neppure quelli dei cittadini italiani, che vogliono indipendenza energetica e bollette basse”, parole a firma Paolo Rocco Viscontini, presidente dell’azienda. Inoltre viene smentito il fatto che l’agrivoltaico sottrarrebbe terreni all’agricoltura in quanto andrebbe ad occupare solo lo 0,24 per cento della superficie nazionale adibita ad agricoltura. Non va infine dimenticato il guadagno che otterrebbe gli agricoltura da una produzione supplementare di energia.
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La pensa però diversamente la Coldiretti, secondo cui bisognerebbe dire stop al fotovoltaico selvaggio per tutelare gli agricoltori, andando a coprire “intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra. Coldiretti non è contro le rinnovabili, come dimostra anche la forte partecipazione alla misura del Pnnr per gli impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine”.
Nel tardo pomeriggio di ieri è quindi arrivata una nuova dichiarazione del ministro Pichetto Fratin, spiegando che i due ministeri starebbero interloquendo per cercare di trovare la soluzione adeguata che possa tutelare da una parte gli agricoltori e dall’altro non rendere vani i target di decarbonizzazione: “Sono convinto che riusciremo a raggiungere il risultato da tutti auspicato”, ha chiosato. Da segnalare anche la lettera congiunta di Elettricità Futura, associazione delle imprese elettriche, e Utilitalia, Federazione delle utilities, chiedendo di riconsiderare il divieto dell’agrivoltaico, a loro modo di vedere un duro colpo per gli investimenti al fine di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica.