Mentre al Senato il Ministro Speranza presentava le ultime novità sull’emergenza Covid-19 preannunciando nuovo Dpcm nei prossimi giorni, alla Camera andava in scena un’ennesima battuta di tensione all’interno della maggioranza: il Dl Covid in votazione con la fiducia, è passato con 276 voti a favore, 194 contrari e 1 astenuto. Il testo ora passa al Senato per l’approvazione definitiva, ma è un dato politico su tutti a far discutere: dopo lo strappo ieri sul’emendamento Dieni, in aula a Palazzo Montecitorio non hanno preso parte al voto ben 28 deputati M5s, così da non dover votare contro la fiducia. Piera Aiello, la deputata ormai ex M5S che proprio oggi ha annunciato il suo addio al Movimento, secondo quanto appreso da Adnkronos avrebbe votato no alla fiducia posta dal governo sul dl proroga stato d’emergenza Covid-19. Di contro, Federica Dieni al netto dello strappo di ieri alla fine ha deciso di votare lo stesso la fiducia al Governo Conte anche se ha già annunciato che poi diserterà il voto finale sul Decreto Covid che contiene proprio la norma contestata dal suo emendamento. Un ministro M5s, rimasto anonimo, ad Affari Italiani rivela «c’è un clima di guerra tra bande».



CENTRODESTRA E FRONDA M5S CONTRO IL GOVERNO

Sono in corso le dichiarazioni di voto dei deputati per la votazione di fiducia sul Decreto proroga stato d’emergenza Covid-19, con parte del Movimento 5 Stelle che si ritrova nella difficile situazione di non accettare l’iter scelto dal suo stesso Governo per approvare il Dl Covid ma nello stesso momento di essere “incastrati” dalla fiducia che con ogni probabilità voteranno alle 15.30. Dopo il sostegno dato da Di Maio a Conte questa mattina sono definitivamente “crollate” le possibili istanze grilline per un’approvazione del proprio emendamento “contro” la nomina estesa dei servizi segreti da parte di Palazzo Chigi. Sul piede di guerra le opposizioni, con Mariastella Gelmini di Forza Italia che attacca «Una nota ufficiale della Presidenza del Consiglio ci spiega che Conte non nutre dubbi sul ministro degli esteri Luigi Di Maio. A questo siamo: tra intrighi e sospetti ormai Palazzo Chigi è un serial tv. Una ‘casa di carta’ senza il successo di pubblico e critica. I sospetti sull’inadeguatezza di questo Esecutivo per gli italiani invece sono oramai una certezza». Ricordiamo come la polemica nasce da una modifica richiesta nell’emendamento a firma Dieni (ma con il sì anche di altri grillini di spicco come Iovine, Grande, Silvestri, Baldino) alla norma nel Dl Covid che prevede una proroga di 4 anni per i vertici di Dis, Aisi, Aise.



DI MAIO “PIENO SOSTEGNO A CONTE E SERVIZI SEGRETI”

Non dovrebbero esserci particolari sorprese sul voto di fiducia previsto alle ore 14.30 per il Dl Covid, ma è lo stato di salute del Governo giallorosso ad essere in forte rischio nel mese decisivo di grandi appuntamenti politici che porteranno alle Elezioni del 20-21 settembre prossimo. La baraonda è ancora piena nel M5s, nonostante i tentativi di mediazione avvenuti col viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni e il capo politico Vito Crimi: la fronda di 50 deputati M5s che ha votato contro la norma sui servizi segreti – inserita dal Premier Conte nel Decreto Covid che proroga lo stato d’emergenza al 15 ottobre – non ci sta all’imposizione del voto di fiducia, ma stamane è stata “gelata” dalle parole dell’ex leader Luigi Di Maio a Radio Anch’io su Rai Radio1 «piena fiducia nel presidente del consiglio Giuseppe Conte e nei vertici dell’intelligence in un momenti cosi’ complicato per il Paese». Il Governo ha tentato in tutti i modi – rivela l’Agi – di far ritirare l’emendamento Dieni sui servizi segreti, ma non essendo riuscito a convincere la deputata M5s ha imposto con il Ministro D’Incà (pure lui del Movimento 5 Stelle) il voto di fiducia nel primo pomeriggio alla Camera. Il Governo oggi non cadrà, ma il nervosismo interno è palpabile anche fuori dal Parlamento.



CAOS ALLA CAMERA SUL DL COVID

È riaperta da neanche un giorno la Camera dei Deputati che già esplode la bagarre questa volta contro il Dl Covid (il Decreto Legge che proroga lo stato d’emergenza) dopo che il Governo ha posto il voto di fiducia domani alle 15.30. Dopo l’annuncio – a sorpresa – del Ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà l’Aula esplode letteralmente, con opposizioni e anche alcuni esponenti della maggioranza che insorgono sulla scelta dell’esecutivo: sul testo del Dl Covid ci sono tra i 30 e i 40 emendamenti, un numero assolutamente minimo che consentirebbe la normale discussione alla Camera con voto finale ordinario. Ma il Governo decide per la “forzatura” e con il voto di fiducia domani di fatto elimina la possibilità di discussione su un tema assai delicato come lo stato d’emergenza: «vergogna» urlano dai banchi dell’opposizione, con il deputato di Forza Italia Simone Baldelli che attacca «Per problemi tutti interni alla maggioranza questo governo, di fronte a quaranta emendamenti, prende a sberle il Parlamento. Cominciamo bene la stagione, adesso andate in tv a dire che voi difendete la democrazia e la rappresentanza. Vergogna, siete dei pasticcioni. Questo è l’inizio della stagione e l’inizio della fine». Sulla medesima scia il collega di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che però sottolinea un elemento non trascurabile dietro alla decisione della maggioranza: «La richiesta di fiducia avviene non per l’ostruzionismo ma esclusivamente perché c’è un emendamento, il numero 1.121, che solleticando il tema dei servizi segreti a firma del più grosso partito che sostiene questo governo, è un emendamento che va contro questo governo. Non basta dire che la fiducia è autorizzata dal Consiglio dei ministri, doveva dire quale Consiglio dei ministri, in quale data. Perché o D’Incà ha doti divinatorie o è un bugiardo». È poi lo stesso Ministro a ribadire che nel Cdm del 7 agosto è stato dato il via libera alla fiducia poi chiesta oggi.

CAOS ALLA CAMERA SUL DL COVID

Nel periodo di massima “corsa ad ostacoli” prima del Referendum e Regionali di fine settembre, il Parlamento si trova non poche “beghe” da dirimere specie per Pd e M5s: dalla legge elettorale alla approvazione dei decreti Dl Semplificazione e Dl Agosto. Il voto sul Dl Covid doveva essere il più “innocuo” e semplice nella ratifica ma quanto avvenuto oggi ravvisa una marea piuttosto agitata in casa giallorossa: «Non è un emendamento che va contro il governo o contro Conte. L’intento è modificare la normativa in Parlamento», a parlare è Federica Dieni, M5s, nonché prima firmataria dell’emendamento sui servizi sottoscritto anche da altri 50 deputati (qui tutti i dettagli). «Non sono contenta della fiducia, non si risolvono le cose così, mi dispiace, le cose si risolvono in Parlamento, l’approccio più utile sarebbe stato rimettersi all’Aula perché la normativa sui servizi riguarda tutti. Sono profondamente contrariata dall’apposizione della fiducia e ci tengo che resti agli atti», conclude la Dieni.