Il testo ufficiale del decreto “salva casa” non c’è ancora, ma dentro dovrebbero esserci le norme per sistemare piccole irregolarità all’interno delle case: muri da spostare oppure tramezzi, finestre, tende esterne. Un provvedimento bollato come una sorta di condono da parte delle opposizioni, ma che invece, per gli operatori del settore edilizio, dovrebbe aiutare a mettere a posto situazioni che altrimenti in alcune occasioni, con la legge attuale, verrebbero sistemate solamente a patto di lungaggini e procedure farraginose, che impongono un impegno superiore all’effettiva entità delle irregolarità. Per case prima del 1977, in particolare, oggi vengono considerate difformità aspetti che con la legge Bucalossi allora non era necessario specificare.
In generale, spiega Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, il provvedimento annunciato oltre un mese fa dal ministro Matteo Salvini e che con tutta probabilità venerdì andrà in Consiglio dei ministri, incontra i favori dei proprietari di immobili e dei loro professionisti, che soprattutto in occasione di passaggi di proprietà e di compravendite si vedono rallentare pesantemente le procedure, con ostacoli quasi insormontabili frapposti per sistemare questioni di poco conto. Per dare un giudizio definitivo, comunque, occorre aspettare il testo ufficiale del decreto.
Presidente, come sarà il provvedimento salva-case annunciato da Salvini, avete avuto altri riscontri dal Governo?
Nessuno ha bozze del provvedimento, abbiamo avuto conferme dell’intendimento già espresso settimane fa, ma non ulteriori dettagli: c’è un confronto in corso fra gli uffici. Da parte nostra qualche nostra osservazione dal punto di vista tecnico l’abbiamo fatta. Dal punto di vista ufficiale e ufficioso non c’è nulla di nuovo rispetto all’illustrazione di oltre un mese fa da parte del ministro e del capo ufficio legislativo del ministero alle varie associazioni, tra cui noi.
Per quello che sappiamo, il provvedimento cosa dovrebbe riguardare?
Gli esempi che leggiamo ovunque sono da confermare, sono aspetti pratici che potrebbero essere toccati, ma la realtà è che bisogna attendere il testo. Il progetto dovrebbe prevedere facilitazioni a chiudere situazioni di irregolarità formali conseguenti a vecchi abusi o nate già irregolari. Tutto con riferimento in particolare alle parti interne e con la possibilità, attraverso procedure semplici e anche pagamenti di somme, di restituire certezza a casi in cui la situazione formale dell’immobile e quella reale non coincidono.
Si è parlato di tramezzi, soppalchi, pareti di cartongesso inserite, ma anche di piccole difformità riguardanti finestre, tende esterne. Ci sarà questo nel provvedimento?
Non sappiamo ancora se saranno previste tutte queste situazioni. Di sicuro c’è l’esigenza di risolvere alcune irregolarità. Speriamo che tutto venga realizzato nei termini annunciati.
Il gradimento di questo provvedimento non è cambiato: il mondo dell’edilizia è favorevole?
Noi come proprietari, quindi come soggetti che hanno ereditato, acquistato o stanno per acquistare o che cambiano abitazione sentiamo questa esigenza, perché ci sono compravendite che vengono rallentate da situazioni da chiarire. So che anche nel mondo dell’immobiliare e dell’edilizia ci sono operatori che dicono le stesse cose. C’è la considerazione abbastanza diffusa della necessità o comunque dell’utilità di un provvedimento nei termini di quello annunciato.
Una delle critiche che vengono mosse è che le situazioni che questo provvedimento vuole regolarizzare in realtà possono essere sistemate ricorrendo alle norme vigenti. È così? Perché c’è la necessità di una legge ad hoc?
A volte questa possibilità c’è, a volte no, mentre in altre occasioni siamo in una via di mezzo: la possibilità teoricamente esiste, ma poi ci sono molte difficoltà pratiche, in termini di interventi richiesti: a volte si chiede non solo di pagare una somma, ma di svolgere alcune attività. Insomma, si tratta di una possibilità prevista formalmente, per attuare la quale si incontrano grandi difficoltà. Se questi meccanismi verranno semplificati sarà un vantaggio.
Sarà, quindi, una semplificazione burocratica per sanare certe situazioni?
Sì, noi l’abbiamo intesa così. Per questo confermiamo il nostro giudizio positivo almeno sull’impianto generale delle nuove norme.
Avete avuto riscontri positivi su questa iniziativa del governo anche da parte dei vostri associati?
Sì. E anche dai professionisti che lavorano per i nostri associati, architetti e geometri, oltre che avvocati esperti in questioni urbanistiche. Tutti ci hanno confermato che, se sarà nei termini annunciati, si tratterà di un provvedimento utile. Per quanto ne sappiamo, non dovrebbero esserci grossi cambiamenti: c’è solo la diatriba sulla parte milanese (ma che potrebbe riguardare tutta Italia), la norma di interpretazione autentica per risolvere le procedure giudiziarie che riguardano grossi interventi a Milano. Pare che nel testo iniziale del decreto su questo non ci sarà niente e forse qualcosa sarà inserito in sede di conversione. Per il resto, ciò che è stato annunciato dovrebbe essere quello che andrà in Consiglio dei ministri, sia perché così è stato detto dal ministro, sia perché ci sono puntualizzazioni continue anche nella maggioranza perché si rimanga dentro quei binari. Se ci sarà altro lo commenteremo.
Su questo tema vi siete confrontati anche con altre associazioni di categoria?
In parte con i costruttori e con gli agenti immobiliari. E le impressioni sono le stesse. È un intervento indispensabile per sveltire le pratiche, soprattutto in occasione dei passaggi di proprietà degli immobili. Se sarà qualcosa di diverso ci sarà modo di dirlo e di farlo notare.
(Paolo Rossetti)
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