Il “metodo Draghi” è che comanda lui. Sa di poterlo fare, sa come fare, e lo fa. Se n’è avuta la riprova nella giornata di ieri, quando il premier ha sostanzialmente riaffermato la sua linea rispetto (contro!) quella dei sindacati sul tema spinoso dei subappalti ed ha anche di fatto varato (formalmente non ancora, ma tant’è) la governance del Pnrr, la cui “ratio” si può sostanzialmente riassumere nel concetto che il presidente del Consiglio ha i poteri per imporre, qualora lo desideri, la sua visione.



Ma andiamo con ordine. Si sa che il codice degli appalti europei non pone vincoli al sistema del subappalto. Si sa che l’intenzione di Draghi era di adottarlo tout-court. E che Cgil, Cisl e Uil hanno detto “giammai”. Conclusione, un contentino. La soglia del subappalto sarà alzata da subito dal 40 al 50% e poi dal 1° novembre 2021 e da quella data scomparirà.



Quindi ha vinto l’Europa, ha vinto Draghi. Resta però il concetto – ma l’Europa lo benedice – che il subappaltatore inoltre dovrà garantire gli stessi standard qualitativi, un trattamento economico non inferiore e l’applicazione dello stesso Contratto nazionale previsto nel contratto di appalto. E che è stato abolito – meno male – il criterio della preferenza per le offerte al massimo ribasso. E inoltre sarà un “requisito necessario” per le aziende del Recovery Plan l’obbligo di assumere una quota, non inferiore al 30%, di giovani under 36 e donne. Rispetto alle bozze circolate nei giorni scorsi cambia l’applicazione del Superbonus, che viene esclusa per gli alberghi, ma estesa a case di cura, ospedali, poliambulatori ma anche collegi e ospizi.



Tutto questo ha parecchio a che vedere con la semplificazione. Ma il principale paragrafo di questo capitolo si chiama, di nuovo, Mario Draghi. Comanda lui, con felpata fermezza.

Anche verso le Regioni: in mattinata si lamentano della “visione centralista” dell’esecutivo e poi si allineano. La cabina di regia di Palazzo Chigi sull’attuazione del Pnrr è guidata dal premier e dà coordinate ai ministri competenti, che convoca di volta in volta.

Però, diciamolo: ma che c’è di strano? Che c’è di strano a poter cenare fuori, era strano non poterlo fare! E allo stesso modo, che c’è di strano in un premier che governa? L’anomalia è stata quando non hanno potuto governare!

Unico neo: sono saltate le assunzioni di 350 tecnici ipotizzate per l’attuazione delle disposizioni sulla governance del Recovery Plan. Nella bozza finale del decreto Semplificazioni approvata ieri, questo reclutamento è saltato. Ma, come suo dirsi, “non mancherà occasione!”. Draghi volente, ovviamente. 

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