«Ci sono state delle sbavature, anche per i contrasti tra Stato e Regioni», il parere di Bruno Vespa nel corso del suo intervento di questa sera a Live – Non è la D’Urso. Il giornalista si è soffermato sugli errori commessi nella gestione dell’emergenza coronavirus: «Bisogna distinguere tra la prima e la seconda fase. Nella prima fase l’Italia non poteva essere preparata, ma nella seconda fase ci sono delle responsabilità: i trasporti per le scuole avrebbero dovuti essere programmati dall’estate. Ma bisogna fare una distinzione tra quali sono le responsabilità dello Stato e quali sono le responsabilità delle Regioni».



Bruno Vespa ha poi acceso i riflettori sulla gestione delle terapie intensive da parte del commissario Arcuri: «Alcune Regioni sulle terapie intensive avevano chiesto 87 mesi, non avevano capito l’urgenza di questa cosa». E il giornalista ha sganciato la bomba sul dl semplificazioni: «Io ho chiesto ad Arcuri: “Ma con i poteri commissariali perché non ha deciso subito sulle terapie intensive?” Si sono sbagliati: nel dl semplificazioni non gli hanno dato i poteri commissariali. Si sono perse settimane: sono andati alla Corte dei Conti, poi alle Regioni e così via. Così non vai da nessuna parte».



Una notizia clamorosa, confermata dallo stesso Arcuri a Bruno Vespa. Sulla gestione della pandemia è stato particolarmente netto Mario Giordano, basti pensare al caso siringhe oppure al mistero delle “finte” sanzioni per chi non rispetta le restrizioni del Dpcm Natale: «Che le cose non siano state fatte bene è evidente. É giusto stigmatizzare i comportamenti degli italiani che sbagliano, ma la gestione sanitaria e la gestione dei ristori le mancanze sono troppo grandi rispetto a quelle degli italiani. Gli italiani sono stati rispettosi, altri un po’ di meno», non sono previste sanzioni per chi non rispetta divieti di mobilità».

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