Il piano del Governo Conte II aveva previsto 1,16 milioni di italiani vaccinati ogni settimana, con 14 milioni nei primi tre mesi. A oggi, risultano effettuate 5 milioni e mezzo di somministrazioni (con 1.652.031 persone vaccinate con prima e seconda dose). Calcolando che la campagna è iniziata tra fine dicembre 2020 e inizio gennaio 2021, si può dire che in circa dieci settimane si sia accumulato un gap di oltre cinque milioni di italiani che avrebbero dovuto essere vaccinati e invece… Con una tabella di marcia reale che, anziché 1,16 milioni di vaccinati a settimana, ne conta solo 550 mila, più o meno la metà.
Di questo passo, ci si potrebbe ritrovare a fine giugno con solo poco più di tredici milioni di vaccinati: pochi, troppo pochi per giustificare previsioni ottimistiche sul rallentamento delle restrizioni, sulla risalita dei consumi, sulla prossima stagione turistica. Ma il cambio di passo imposto dal nuovo commissario anti-Covid, il generale Paolo Figliuolo, fa ben sperare (“sette milioni di dosi in arrivo entro marzo”), così come l’andamento sinusoidale della pandemia, con una curva bassissima di contagi prevedibile proprio nei mesi estivi, al pari di quanto registrato l’anno scorso. In più, sono arrivate le promesse del ministro alla Salute, Speranza (nomen omen): 50 milioni di siero in arrivo da aprile (ma, a dire il vero, “da aprile” non significa granché…), e tutti gli italiani vaccinati entro l’estate.
Proprio l’estate sarà comunque la stagione in cui il comparto dell’ospitalità tenterà una difficile risalita, dopo l’inverno perduto e le perdite incredibili dell’anno scorso, che secondo Confturismo Confcommercio e Assoturismo Confesercenti sono state di cento miliardi di euro, con 70 mila imprese a rischio chiusura, per un settore che vale 25,6 miliardi di euro di fatturato, il 15% del nostro Pil, con 283 mila addetti in 52 mila imprese diverse.
Il miraggio, oggi, è il prossimo Decreto Sostegno (che potrebbe venire alla luce tra questo weekend e la prossima settimana), che farà conto su quei 32 miliardi complessivi di scostamento dal bilancio già autorizzati dal Parlamento. Tra le misure, anche il Reddito di cittadinanza, rifinanziato per un miliardo, e quello di emergenza, che dovrebbe essere prorogato. C’è poi il capitolo ristori vero e proprio, con indennizzi tarati sui danni subiti nell’intera annualità trascorsa (e non solo su due mensilità, gennaio e febbraio anno su anno, come si era temuto). Ma nella bozza del decreto compaiono altri provvedimenti, come la proroga del termine del blocco dei licenziamenti al 30 giugno, la conferma della cassa integrazione per l’emergenza Covid per tutte le aziende; e ancora le cartelle esattoriali sospese fino al 30 aprile, che andranno poi saldate “entro il 60esimo giorno” dal termine della sospensione. Resta da chiarire un altro aspetto controverso della bozza del decreto che è circolata in questi giorni: il tetto dei 5 milioni come massimo di fatturato per le aziende accedibili ai ristori, una soglia, come ha ricordato la vicepresidente di Confindustria Alberghi, Maria Carmela Colaiacovo, “che taglierebbe fuori la metà delle aziende del settore”, visto che oltre il 48% delle imprese italiane supera abbondantemente quella soglia.
Infine, la montagna-neve, ossia la stagione invernale con tantissima neve ma con turismo azzerato per il blocco degli impianti di risalita e il conseguente stop delle strutture ricettive. Il Governo sta pensando a un intervento specifico: la cifra sul piatto dovrebbe attestarsi intorno ai 4,5 miliardi (l’intero comparto invernale, con l’indotto, sfiora gli 11 miliardi), destinati solo ai territori compresi nelle zone rosse. Il Decreto Sostegno dovrebbe stanziare un primo plafond di 600 milioni, il resto sarebbe affidato a un provvedimento apposito, che sembra ancora in elaborazione. E infine, nel Decreto Sostegni dovrebbe essere inserito anche un bonus (si dice di di mille euro) per ciascuno dei tre primi mesi del 2021 (mesi di chiusura delle attività) destinato ai lavoratori stagionali del turismo.