Dmitry Medvedev torna a evocare il rischio di una guerra nucleare. L’ex presidente russo, attuale numero due del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa, ieri è intervenuto su Telegram ed è andato subito dritto al punto: “Domani (oggi, ndr), alla base Nato di Ramstein, i grandi leader militari discuteranno di nuove tattiche e strategie, nonché della fornitura di nuove armi pesanti e sistemi di attacco all’Ucraina”.



Nel corso del suo intervento Dmitry Medvedev si è soffermato anche sul Forum di Davos, dove “si è ripetuto come un mantra che per raggiungere la pace la Russia deve perdere: “E a nessuno di loro viene mai in mente di trarre da ciò la seguente conclusione elementare: la sconfitta di una potenza nucleare in una guerra convenzionale può provocare lo scoppio di una guerra nucleare. Le potenze nucleari non hanno perso grandi conflitti da cui dipende il loro destino. Ma questo dovrebbe essere ovvio per chiunque. Anche a un politico occidentale che ha conservato almeno qualche traccia di intelligenza”.



Dmitry Medvedev torna a evocare il rischio nucleare

Le parole di Dmitry Medvedev hanno riacceso il dibattito sul rischio di guerra nucleare ed è intervenuto anche il portavoce Dmitry Peskov. Interpellato dall’agenzia Ria Novosti, il rappresentante del Cremlino ha spiegato che le parole di Medvedev sono in linea con la dottrina nucleare di Mosca: “Leggete la nostra dottrina nucleare, non c’è alcuna contraddizione”.

A gettare parzialmente acqua sul fuoco ci ha pensato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti. Anatoli Antonov ha affermato che nessuna autorità del suo Paese ha minacciato il ricorso alle armi nucleari: “Francamente, abbiamo smesso da tempo di essere sorpresi dalle accuse infondate ed irresponsabili secondo cui il nostro paese avrebbe minacciato di usare armi nucleari. Nessuno nella leadership politica e militare russa ha mai parlato in questo modo”.