Sulla rivista Nature sono stati pubblicati due studi molto interessanti inerenti il Dna, uno realizzato da Patrick Hsu dell’Arc Institute statunitense e un altro a firma Hiroshi Nishimasu dell’Università di Tokyo, che si soffermano in particolare su una nuova tecnica di editing genomico caratterizzata da una specie di bypass che collega, come riferisce l’Ansa, la “sequenza donatrice con quella bersaglio senza tagliare il Dna”. Per l’agenzia italiana, e non solo, si tratta di un passo in avanti molto importante per l’ingegneria genetica e per la terapia genica.



La nuova tecnica di bypass o “montaggio” del Dna è stata perfezionata tramite degli esperimenti sui batteri escherichia coli ma in ogni caso saranno necessari degli ulteriori studi di approfondimento di modo da comprendere se sia mutuabile anche su altre specie e tipi di cellule, a cominciare da quelle dei mammiferi. Se dovessero arrivare conferme in tal senso, si tratterebbe di un risultato straordinario visto che il bypass del Dna viene considerato molto più semplice ed efficiente rispetto alle tecniche che vengono utilizzate oggi nel campo.



DNA, SCOPERTA NUOVA TECNICA DEL BYPASS: IL COMMENTO DI GIUSEPPE NOVELLI

A riguardo ne ha parlato anche Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata, secondo cui l’attuale tecnica di editing genomico è considerata quella di “elezione” per la cura delle malattie genetiche, ma presenta comunque delle limitazioni. Di conseguenza la scoperta di quelli che Novelli definisce dei “nuovi attrezzi molecolari”, consente una modifica del Dna senza effettuare dei tagli ma sfruttando solamente la ricombinazione, un processo biologico “cruciale” per la creazione di nuovi geni e l’incremento della diversità genetica.



“La possibilità di guidare questo processo – precisa il genetista – costituisce un avanzamento straordinario nell’ingegneria genetica, nella virologia, nella biologia sintetica e nelle applicazioni diagnostiche”.

DNA, SCOPERTA NUOVA TECNICA DEL BYPASS: COME FUNZIONA

Il meccanismo del bypass del dna presentato nei due studi pubblicati su Nature si basa precisamente sulle ricombinasi, che sono delle proteine che permettono di effettuare uno scambio fra le regioni del Dna, coordinando il processo della ricombinazione che genetica che di solito avviene in natura. L’Ansa fa notare come le ricombinasi siano conosciute da tempo, ma la tecnica scoperta è la prima che utilizza l’Rna, la molecola a singolo filamento come ponte fra la sequenza donatrice e quella bersaglio. L’Rna si avvinghia a due anelli, quello legato alla sequenza di dna da inserire, e il punto in cui bisogna effettuare l’inserzione.

I due anelli sono programmabili in maniera indipendente di conseguenza è possibile associare qualsiasi coppia di sequenza genetica, come una sorta di adattatore universale. La nuova tecnica si è dimostrata efficiente al 60% nell’inserimento di una sequenza di Dna ed inoltre ha riconosciuto la corretta posizione genomica ove effettuare il “taglia-cuci”, in quasi il 95% dei casi. Per Hsu si tratta di “un meccanismo fondamentalmente nuovo per la programmazione biologica“, una tecnica che risolve alcune delle sfide più importanti che deve affrontare chi modifica il genoma.