Pierdante Piccioni, la storia vera in Doc Nelle tue mani

Doc – Nelle tue mani, la fiction di successo di Rai1 con protagonista Luca Argentero è liberamente ispirata alla storia vera di Pierdante Piccioni, il medico che resta in coma per dodici lunghissimi anni. E’ il 31 maggio del 2013 quando Pierdante Piccioni, medico di 54 anni, si sta recando all’Asst di Lodi dove lavora com primario del Pronto soccorso. Durante il tragitto verso il lavoro però il dottore ha un terribile incidente: perde il controllo della macchina in curva. Un brutto colpo che lo fa finire in coma per dodici lunghi anni.



Al suo risveglio però Piccioni è convinto di essere rimasto al  25 ottobre 2001 e di aver avuto l’incidente dopo aver accompagno il figlio ad una festa di compleanno. In realtà è solo frutto della sua immaginazione. Il mondo non solo non si è fermato, ma è andato avanti inesorabilmente. Al risveglio, infatti, il dottore vede i suoi colleghi invecchiati, mentre la moglie ha cambiato lavoro; non è  più direttrice sanitaria nell’ ospedale in cui Piccioni lavora, ma è diventata docente universitaria. Il confronto con la nuova vita arriva quando ha la possibilità di guardarsi allo specchio e ritrova un uomo di 54 anni convinto, invece, di averne ancora 42 di anni.



Pierdante Piccioni, il risveglio traumatico dopo il coma: tutto era cambiato

Sono trascorsi 12 lunghi anni di silenzio e di coma, ma per fortuna Pierdante Piccioni al risveglio ritrova la certezza della sua vita: la moglie che gli è stata sempre accanto. Una presenza fissa e costante che, a differenza della fiction dove il medico si ritrova a fare i conti con tradimenti e separazioni, nella vita reale non è successo nulla di tutto questo. Sicuramente la vita di Piccioni è cambiata per sempre.

“Mi sveglio convinto che sia il 25 ottobre 2001 e di aver portato mio figlio di 8 anni a scuola. Meno 12 diventerà il titolo del mio primo libro, scritto per Mondadori con Pierangelo Sapegno. Prima che fossero evidenziate lesioni al cervello, c’era il dubbio che mentissi” – ha raccontato Piccioni che ha poi concluso dicendo – “da medico che guardava dall’alto in basso, ero il malato che guardava dal basso in alto. Imparare quello sguardo ha cambiato tutto”. Ha dovuto reimparare tanto: ragionava in lire, non sapeva di avere una mail, non riconosceva i due figli ormai ventenni. E aveva dimenticato le nozioni mediche degli ultimi anni”.