Il prossimo anno – teoricamente a febbraio se tutto andasse secondo i piani – in Trentino verrà introdotta la figura per ora unica in Italia del ‘docente facilitatore del benessere‘, o ‘docente Faber’, che avrà il compiuto unico di fornire agli studenti le necessarie competenze cognitive, sociali ed emotive per affrontare il futuro, i rapporti con i superiori e – forse soprattutto – le situazioni di stress e le crisi: una figura – dicevamo – che in Italia farà la sua prima comparsa in Trentino con un progetto pilota e l’obiettivo di estenderlo a tutte le scuole della provincia; ma che in realtà finì già al centro di una Raccomandazione da parte del Consiglio UE che suggerì ai 27 di muoversi nella direzione del benessere degli studenti, già introdotto in alcuni paesi.



Parlando del docente facilitatore del benessere, l’assessore all’Istruzione della provincia autonoma al quotidiano La Stampa Francesca Gerosa ci ha tenuto a mettere in chiaro che si tratta di “una figura unica” che verrà “formata e man mano inserita in maniera strutturata”, partendo da un solo Faber ad istituto e ragionando man mano su quanti ne potrebbero servire in relazione a “complessità e grandezza” della singola scuola; mentre la dirigente dell’Istruzione provinciale Francesca Mussino ha posto come base “quanto meno un triennio” per arrivare ad un piano veramente strutturato e completo.



Chi è e cosa farà il docente facilitatore del benessere: l’innovativo progetto avviato in Trentino

Entrando nel merito di quali saranno le mansioni del docente facilitatore del benessere, vale la pena precisare innanzitutto che supporterà tanto gli studenti, quanto i docenti: nel primo caso il Faber avrà il compito di garantire che tra i banchi e i corridoi delle scuole ci sia un clima favorevole e positivo, ascoltando le lamentele dei ragazzi ed aiutandoli ad acquisire le competenze necessarie ad affrontare i conflitti attraverso un dialogo che sia veramente costruttivo; operando in piena sinergia con l’intero corpo scolastico.



Al contempo, quelle stesse competenze saranno anche al centro di un programma di mentoring che il docente facilitatore del benessere attiverà tra gli altri docenti (per così dire) ‘tradizionali’ aiutandoli a capire quanto sia importante prestare attenzione alle emozioni e sensazioni degli studenti, accentuando la portata di quel clima positivo che citavamo già qualche riga fa a beneficio di tutta la comunità scolastica, ma soprattutto del percorso di crescita e sviluppo dei giovani.