Docenti: 100 suicidi negli ultimi anni
I suicidi tra i docenti italiani sono in preoccupante aumento nel corso degli ultimi anni, mentre il fenomeno sembra non interessare sufficientemente ai decisori politici. A rivelarlo è il più recente studio, pubblicato oggi su Lab Parlamento, realizzato dal dottor Vittorio Lodolo D’Oria, esperto di burnout. Questa parola indica quella sensazione che alcuni provano sul lavoro e che rende impossibile completare anche le più semplici mansioni, oppure addirittura pensare di recarsi sul luogo di lavoro.
Dalla ricerca del dottor D’Oria emerge, in particolare, come 100 docenti si sono suicidati tra il 2014 e il 2023, con una cadenza pari a circa 10 casi all’anno escludendo luglio e agosto dal computo dei mesi, con incidenza maggiore tra gli over 50 del Sud che lavorano nella Scuola Secondaria. A livello statico, però, la media annuale si è attestata tra i 5 e gli 11 casi, con l’eccezione del 2017 in cui se ne registrarono 25 per cause mai effettivamente chiarite. L’esperto, inoltre, ha cercato di capire anche la ragione che si nasconde dietro ai suicidi dei docenti che sarebbe legata soprattutto “all’usura psicofisica, da attribuirsi alla peculiarità della professione”, spiega il ricercatore.
Anief: “I docenti sono abbandonati al loro destino”
Il ricercatore, parlando ancora dello studio sui suicidi tra i docenti, ha sottolineato che il tema “è stato oggetto di numerose interrogazioni parlamentari di maggioranza e opposizione che però non hanno sortito alcun effetto”. Inoltre, c’è anche da attribuire una colpa ai “Medici di Verifica del MEF” che secondo D’Oria non pubblicano i dati sulle malattie professionali tra gli insegnanti, “senza elaborarli e rifiutandosi di darli a Università e Sindacati”.
A quello che sembra a tutti gli effetti un appello mosso dal dottor D’Oria che chiede chiarezza sui suicidi tra i docenti, si è aggiunto anche il presidente di Anief, Marcello Pacifico. Secondo lui, infatti, “la categoria continua ad essere lodata da tutti, politici compresi, ma di fatto abbandonata al suo destino: precariato protratto per anni se non decenni, stipendi più bassi degli operai specializzati e privi delle indennità assegnate normalmente in altri comparti di lavoro, ricostruzioni di carriera penalizzate dalla minore considerazione del pre-ruolo, evoluzione professionale vicina allo zero, scatti automatici limitati e troppo lontani uno dall’altro, ambienti lavorativi spesso fatiscenti”, sono solamente alcune delle ragioni che si nascondono dietro al fenomeno dei suicidi tra i docenti.