Ve lo avevamo già anticipato a metà gennaio 2024, ma alla fine è arrivata l’ufficialità con la firma da parte del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara dei due bandi di concorso per i docenti di religione: un appuntamento atteso da 20 anni esatti, dopo il primissimo bando indetto nell’ormai lontano 2004 che diede attuazione alla legge 186 dell’anno precedente che – per la prima volta – istituì questa figura. Per ora non sono ancora noti i dettagli esatti dei due bandi di concorso, che sono stati solamente firmati e non ancora pubblicati; ma è già certo che a livello nazionale serviranno almeno 6.428 docenti di religione, il 30% per coprire i posti ormai vacanti e il restante 70% nella cosiddetta “procedure straordinaria” riservata a chi negli ultimi anni ha già prestato servizio nel ruolo.
“Abbiamo deciso di bandire nel 2024 un nuovo concorso per i docenti di religione dopo 20 anni di fermo”, ha spiegato il ministro Giuseppe Valditara dopo la firma dei due bandi di concorso, “nella consapevolezza che si tratta di una disciplina importante per la crescita degli studenti“; utile tanto per conoscere i fondamenti della religione più diffusa sul nostro territorio, ma anche – “grazie a docenti competenti e motivati” – per “approfondire la nostra storia” e scoprire i “principi che rappresentano le radici della nostra civiltà“.
Bando di concorso per i docenti di religione 2024: come funziona e in cosa consiste l’esame
Insomma, come vi abbiamo già anticipato per ora non sono ancora noti tutti i dettagli dei bandi di concorso 2024che saranno pubblicati solamente nelle prossime giornate, ma possiamo anticiparvi che 1.928 posti saranno riservati agli aspiranti docenti di religione alle prime armi (927 per la scuola dell’infanzia e i restanti 1.001 per le secondarie di primo e secondo grado), mentre gli altri 4.500 confluiranno nella “procedura straordinari” ripartiti in 2.164 nelle scuole materne ed elementari e 2.336 nelle secondarie.
I requisiti richiesti in entrambi i casi dal concorso docenti di religione sono solamente due: da un lato la certificazione dell’idoneità diocesana – rilasciata almeno 90 giorni prima della presentazione della domanda – e, dall’altro, uno dei titoli di studio indicati nell’Intesa tra Ministero e Conferenza episcopale; mentre a chi intende partecipare al concorso straordinario sono richiesti anche 36 mesi di servizio come docenti di religione, non necessariamente consecutivi e senza limiti annuali. Chi riuscirà a passare la selezione iniziale, potrà partecipare all’esame delle competenze, che consiste in un quiz a risposta multipla (gli argomenti li trovate tutti elencati negli allegati sul sito del Ministero dell’Istruzione) e in un orale nel quale si dovrà simulare una vera e propria lezione; ma il punteggio sarà determinato – in misura minore – anche dai titoli di qualificazione professionale.