Per il M5s non bastavano le batoste elettorali, le frizioni interne al Governo con Pd e Renzi e soprattutto le costanti fughe verso la Lega e il Gruppo Misto – è di oggi l’ultimissima dei due deputati De Toma e Silvestri che potrebbero aderire nel futuro prossimo al movimento “Eco” dell’ex Ministro Fioramonti, dimissionario anch’egli dal Movimento: l’ultima “stroncatura” alla leadership di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio arriva da tre senatori, Primo Di Nicola, Emanuele Dessì e Mattia Crucioli, che in giornata hanno presentato a Palazzo Madama un documento in 5 punti dove si chiedono clamorosi cambi di passo al Movimento 5 Stelle, oltre all’uscita di scena di Casaleggio da guida di Rousseau e, ancora più roboantemente, la fine del “capo politico M5s” sostituito da un sistema collegiale alla guida del Movimento. La restaurazione lanciata da Di Maio dopo il tracollo in Umbria e il patto fallito col Pd non è piaciuta e non convince non solo la base ma anche i parlamentari: non solo quelli che se ne stanno andando con ritmi frenetici in queste ultime due settimane, ma anche quelli che restano ma chiedono per l’appunto un “cambio di passo”. «Abolire il capo politico» e sostituirlo con «un organo collegiale che sia eletto democraticamente» si legge nel punto 2 del documento dei senatori grillini, mentre al punto 4 si legge «Sottrarre la piattaforma Rousseau al controllo di Davide Casaleggio» e affidarlo a «un comitato di garanzia»; parole forti che rendono ancora più turbolenta la gestione ai vertici M5s, con Grillo al momento senza apparentemente le armi adatte a ricomporre la frattura.



DOCUMENTO M5S “CONTRO” DI MAIO-CASALEGGIO: LA SMENTITA

Il documento individua 5 problematiche forti dalle quali si ritiene necessario far partire il dibattito «prima che sia troppo tardi»: indirizzo politico, organizzazione e statuto, attività legislativa, funzionamento della struttura Rousseau, gestione delle restituzioni. In pratica, tutti i punti dolenti che stanno portando numerosi parlamentari a lasciare il Movimento 5 Stelle, mettendo il Governo Conte-2 in ulteriore difficoltà anche se quasi tutti (tranne quelli passati alla Lega) al momento voteranno la fiducia all’esecutivo pur stando nel Gruppo Misto. «Crediamo sia arrivato il momento di dare una risposta alle suddette questioni, oggi più che mai urgenti, con l’assoluta convinzione che questo non possa in nessun modo alimentare tensioni nella maggioranza e nel governo di cui facciamo parte ed ai quali rinnoviamo la nostra completa fiducia e sostegno. Nel ribadire la natura post ideologica, democratica, ed ambientalista del M5S, esponiamo le seguenti problematiche ed i nostri suggerimenti per la loro soluzione», scrivono Crucioli, Dessi e Di Nicola. Nel terzo punto il documento pone poi un punto cardine per il Governo, «Basta con i decreti al buio. È inaccettabile che il governo presenti provvedimenti su cui chiede la fiducia senza che i gruppi siano mai coinvolti veramente»; sul tema degli incarichi doppi, oltre a Di Maio, nella bufera finisce anche la Ministra della PA Fabiana Dadone contemporaneamente anche membro dei probiviri (e protagonista di espulsioni e provvedimenti a tutti gli iscritti M5s). Nel frattempo la prima reazione forte del Movimento arriva dalla nota del gruppo al Senato che ribadisce come in questo documento «non è previsto né lo stop al ruolo del garante 5S né alla figura del capo politico»; va detto che gli stessi senatori autori dello scritto “anti-Di Maio”, non intendono per ora togliere il voto al Governo, anzi «il contenuto non può in nessun modo alimentare tensioni nella maggioranza e nel governo di cui facciamo parte ed ai quali rinnoviamo la nostra completa fiducia e sostegno». Ma di certo l’aria in casa M5s è tutt’altro che serena…

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