Ospite della puntata speciale di Da noi a ruota libera con Francesca Fialdini, un nome importante della musica italiana: Dodi Battaglia. Il musicista, definito il migliore chitarrista d’Europa, ha ben 60 compagne di vita, le sue chitarre appunto: “Sono state le mie vere 60 compagne di vita con le quali ho frequentato sale di incisioni, palcoscenici, ognuna delle quali rappresenta un tour ed un disco diverso”. Battaglia proprio sull’argomento ha scritto un libro che a suo dire starebbe andando molto bene in fatto di vendite. “In questo libro vengono raccontate la genesi di queste chitarre”, ha spiegato. “Ognuna di queste ha rappresentato un periodo bellissimo della mia vita”, ha aggiunto.



Dodi Battaglia, nel corso dell’intervista ha anche risposto a qualche domanda scomoda a partire dal “più spilorcio” dei Pooh: “I Pooh sono sempre stati molto spendaccioni”, ha commentato, “perché noi abbiamo sempre avuto concerti pieni di fumi, laser, ecc… Ma spilorcio nessuno dei quattro perchè avevamo fatto una sorta di voto che avremmo voluto portare avanti la nostra maniera di fare spettacoli e musica quindi nessuno di noi ha provato ad arricchirsi”, ha aggiunto. Forse chi ha speso di più è stato il compianto Stefano D’Orazio in quanto “non avendo famiglia poteva permettersi di fare una vita più agiata”. Dodi ha voluto poi ricordare la grande Mia Martini: “Mimì è stata una parentesi della mia vita molto importante. Io ho suonato per lei e composto per lei, ho passato con lei delle giornate da un arrangiatore e me la ricordo tanto. E’ stata una grande star e quando sei con una star brilli di quella luce che emanano. Io ho quelle giornate dentro di me molto presenti e profonde”. Il musicista ha svelato di aver conosciuto sia Mimì che Loredana Bertè da ragazzine.



DODI BATTAGLIA, IL SUO CAMBIAMENTO

Dodi Battaglia ha collaborato negli anni con numerosi grandi artisti. Qual è il suo segreto? “Non so se ho un buon carattere ma so che il mio carattere sono riuscito a modificarlo negli anni perchè io sono figlio di anni in cui noi giovani eravamo contro, contro qualsiasi cosa”, ha spiegato. “Ero il bel tenebroso, difficilmente sorridevo, non davo confidenza e avevo un’unica motivazione nella vita che era quella di suonare, quindi quando hai la testa china dai poco spazio agli altri”, ha aggiunto. Poi però ha cambiato il suo carattere: “Penso di averlo ampliato, sviluppato, sono diventato più aperto al dialogo, agli altri, a pensare che ognuno di noi la pensa in una maniera e a confrontarmi con loro in maniera democratica”. Dodi non crede quindi di aver collaborato con grandi artisti per un fatto caratteriale: “Mi sono sempre messo a disposizione, questo è il mio atteggiamento”. Battaglia ha anche ricevuto la Laurea honoris causa per il modo in cui suona la chitarra: “Sì, è un fatto che succede veramente molto di rado e dopo la nascita dei miei figli è stata la più grande emozione che ho avuto nella mia vita”, ha svelato.



PADRE E NONNO: IL SUO RAPPORTO OGGI

Padre e nonno: Dodi Battaglia ha 4 figli e 4 nipoti. All’età di 24 anni era già padre: “Ho cominciato presto ed ho finito tardi”, ha scherzato. Si sente cambiato nel tempo come padre? “E’ cambiato così tanto il mondo e sono cambiato così tanto io da quando ho avuto le prime figlie che quasi le due cose non sono paragonabili. Quando sei più maturo te li godi di più, ci stai di più, i momenti che passi con loro sei dedicato davvero a loro”. Una delle nipoti avrebbe iniziato a seguire le sue orme: “Alexandra è un vulcano! Abbiamo scritto una canzone insieme”, ha svelato. Della vita con i Pooh ha ammesso di sentire la mancanza della compagnia: “Una cosa importante che mi è mancata è stato il confronto diretto”, ha ammesso. Dopo cinque anni dalla fine dei Pooh e in questo periodo particolare Dodi ha deciso di fare il suo disco. Immancabile il ricordo a Stefano D’Orazio. Dopo Valerio Negrini con il quale aveva vissuto un’infanzia insieme, ha dovuto dire addio anche a Stefano, andato via “in una maniera insensata”. In quel periodo Battaglia credeva che la sua malattia potesse migliorare ma poi “quando è venuto a mancare io sono rimasto spiazzato”.