Con l’avvicinarsi del sempre amatissimo momento del cenone e del pranzo tipici delle festività natalizie abbiamo deciso di dedicare tra queste pagine un focus sui dolci di Natale 2024 che potrete portare a tavola per cercare di fare un figurone con i vostri ospiti dimenticandovi i classici (e blasonatissimi) panettoni e pandori che – comunque – riescono sempre a mettere d’accordo tutti; partendo dall’ovvia precisazione che il nostro bellissimo territorio è ricco di ricette uniche ed originali di dolci di Natale che in parte potreste non aver mai neppure sentito nominare e che potrebbero incuriosirvi al punto da volerli provare per la prima volta!



Partendo proprio da questi dolci di Natale 2024 un pochino più ‘particolari’ (e vi diciamo subito che il famoso tronchetto è una preparazione francese che non comparirà in questo articolo) vale la pena partire dal parrozzo abruzzese amatissimo dal poeta vate D’Annunzio che – addirittura – ne inventò il nome: si tratta di una base di simil panettone preparata con semolino, zucchero e mandorle tritate aromatizzato con arancia o limone e liquore all’amaretto, il tutto ricoperto da una ganache di cioccolato fondente.



Sulla stessa falsa riga del parrozzo e dei panettoni, tra i dolci di Natale 2024 non possiamo non citare il famoso pandolce simbolo della città di Genova e – in realtà – consumato durante tutto l’anno: si tratta di un classico impasto nel quale (oltre a farina, lievito e burro) vengono aggiunti ingredienti come l’anice, l’uva sultanina, lo zibibbo (ovvero un vino di uva bianca), canditi di zucca e cedro, pinoli – talvolta anche pistacchi – e semi di finocchio.

Da Nord a Sud, le migliori ricette regionali dei dolci di Natale 2024: struffoli, panforte, pangiallo e biscotti

Ben più famosi ed ormai diffusi in tutta Italia, sono i famosi struffoli napoletani che sono tra i dolci di Natale d’eccellenza delle festività partenopee ottenuti semplicemente friggendo delle piccole palline di pasta per poi disporle a cilindro o cono su di un piatto prim di ricoprirli di miele e decorarli con confetti, zuccherini e (a piacere) frutta candita entrati di diritto con alcune piccole varianti anche in numerose altre varianti regionali marchigiane, abruzzesi, molisane, laziali e – più generalmente – in tutte le regioni del centro sud.



Nella nostra lunga trafila di dolci di Natale non possiamo poi non citare anche il panforte toscano ottenuto a partire da una miscela di mandorle, cedro e arancia candita, zucchero, miele, farina, chiodi di garofano macinati, coriandolo e cannella cotti in forno; richiamato anche nella preparazione del pangiallo laziale nel quale vengono mischiati ed infornati farina, miele, mandorle, noci, nocciole, pinoli, uva passa, cedro candito, fichi e cioccolato fondente; leggermente rivisitato anche per la preparazione dello zelten tirolese che si presenta con un impasto più morbido e leggermente lievitato.

Infine – ma le varianti per i dolci di Natale sono veramente tantissime, una più buona dell’altra tra il bonet piemontese, la potiza friulana e il cestosino emiliano – citiamo anche la lunga tradizione di biscotti natalizi partendo dalle cartellate pugliesi (ovvero sottili sfoglie di pasta cotte e successivamente impregnate di vincotto o miele, poi ricoperte di cannella, zucchero o mandorle), passando per i papassini sardi (biscotti di pasta frolla, uva passa, mandorle, noci, limone, spezie e miele, tavolta anche vincotto) ed arrivando fino ai mostaccioli molisani (cioccolato, farina, miele, zucchero, mandorle, nocciole, mosto cotto, uova e cacao ricoperti di cioccolato).