I recentissimi dati aggiornati pubblicati dall’Istat confermano anche a maggio il trend di crescita per i prodotti alimentari, che nel mese vedono aumentare le vendite al dettaglio a valore rispetto ad aprile dell’1,9%. I consumi destinati alla tavola incassano insomma segnali tutt’altro che positivi.
E purtroppo il quadro rischia perfino di peggiorare, se si considera l’allarme lanciato di Italmopa – Associazione Industriali Mugnai d’Italia, l’Associazione di categoria aderente a Confindustria e a Federalimentare, secondo la quale nel 2022 la produzione italiana di frumento tenero dovrebbe attestarsi a circa 2,5 milioni di tonnellate. Il che significa un calo del 15% rispetto ai volumi produttivi registrati nel 2021, ma soprattutto significa un valore molto lontano dal fabbisogno dell’industria molitoria, pari a circa 5,3 milioni di tonnellate.
“La nuova contrazione della produzione nazionale è ascrivibile, essenzialmente, a una riduzione, pressoché generalizzata in tutte le principali aree produttive, delle rese per ettaro, mentre rimangono sostanzialmente invariate le superfici – evidenzia Andrea Valente, Presidente Italmopa -. Il livello produttivo dovrebbe così registrare un record negativo, mai raggiunto nel corso degli ultimi 100 anni. La nostra produzione di frumento tenero rappresenta ormai il 2% della produzione comunitaria e poco più dello 0,3% della produzione mondiale”.
Ma non solo. Qualche difficoltà infatti emerge anche se si considera l’aspetto qualitativo. “La produzione nazionale 2022 – dice Valente – è caratterizzata da un contenuto proteico elevato, ma da valori reologici non del tutto soddisfacenti, in particolare per i frumenti teneri di forza necessari per la produzione di farine destinate a prodotti a lunga lievitazione”.
La fotografia scattata da Italmopa sulla produzione nazionale è insomma ben poco incoraggiante. Ma purtroppo i problemi per l’industria molitoria non finiscono qui. “Nel corso degli ultimi 12 mesi – afferma Alexander Rieper, Presidente della sezione Molini a frumento tenero Italmopa – si è affacciata, sempre più prepotentemente, anche la questione energetica. L’ulteriore esplosione del Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica registrata dall’inizio del mese di luglio – unitamente all’incremento sino all’80% delle quotazioni del frumento tenero rispetto allo scorso anno – è inevitabilmente destinata ad avere un forte impatto sui costi di produzione, ormai non più assorbibili, di tutti gli attori della filiera e, in particolare del settore molitorio, costituito da aziende energivore”. Un modo per dire che gli effetti negativi di questo scenario arriveranno necessariamente a riflettersi anche sul consumatore, ultimo anello della filiera, finora preservato dall’impatto più duro della crisi.
Insomma, i prodotti da forno, come dolci e biscotti, potranno presto costare di più anche per chi fa la spesa nei negozi e nei supermercati.
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