Il gruppo del Cimònega, ai margini meridionali delle Dolomiti al confine fra Veneto e Trentino, ha affezionati habitués tra gli escursionisti e alpinisti feltrini, ma resta una meta per pochi appassionati, per la lunghezza degli approcci e la vicinanza di gruppi molto più famosi e frequentati, a cominciare dalle Pale di San Martino. I suoi panorami e le sue pareti non hanno però niente da invidiare alle Dolomiti più celebri e offre percorsi in cui è possibile non incontrare nessuno anche in una giornata d’agosto.



Noi ci arriviamo da nord, a Sagron, storica piccola enclave trentina in un’area geograficamente bellunese. In auto si arriva alla frazione più alta, Matiuz, e si segue il piccolo nastro asfaltato fin dove finisce, alle baite delle Casere. Inizia una mulattiera col segnavia 801 che è un tratto, forse il meno frequentato, dell’Alta via n. 2 Bressanone-Feltre. Alla prima biforcazione si può andare a destra seguendo le indicazioni Spiazzon-Forcella Sagron e si sale in un bel bosco di faggi popolato di caprioli e scoiattoli. Arrivati nel luogo denominato Spiazzon (1570 metri), si prende a sinistra il sentiero verso est per Passo Comedon, che con qualche ardito saliscendi tra nevai, ghiaioni e roccette, attraversa una colonia di marmotte e un ruscello di fusione e arriva alla Pala Verda, sempre al limite del bosco.



Il panorama è strepitoso. A sud incombono le grandi pareti verticali del Piz Sagron e del Sasso Largo, a nord le Pale di San Martino emergono in una inconsueta visione dietro il Sass d’Ortiga e la Cima d’Oltro, poi tutta la catena dell’Agner, il gruppo della Civetta e del San Sebastiano-Tamer, fino ai Monti del Sole. Qui c’è un bivio e prendendo a sinistra si torna a Matiuz completando il giro ad anello. Che può ugualmente essere fatto in senso contrario. In tutto occorrono un paio d’ore.

Ma è altamente consigliabile una tra due possibili digressioni. Dallo Spiazzon si può seguire l’indicazione per Forcella Sagron (m.1961), in ambiente alpinistico stretta tra il Piz Sagron e il Piz Palughet, su tracce di sentiero sempre ben marcate in bianco-rosso ma impervie nell’ultimo tratto. Poi si ritorna a Spiazzon per la via di salita. Oppure dalla Pala Verda si continua a salire sul segnavia 801 e l’Alta via fino allo stretto intaglio del Passo del Comedon (m.2130), attraverso la spettacolare Intaiada con tratti attrezzati con funi, ma senza particolari difficoltà. Si torna poi a Matiuz per lo stesso percorso.