La Domenica delle Palme che, in questo 2024, cade nel giorno del 24 marzo, ricorda l’ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme. Un giorno nel quale il Figlio di Dio venne osannato dalla folla assiepata sul ciglio della strada, utilizzando dei rami di palma che venivano agitati in segno di acclamazione.
Cosa dice il Vangelo sulla Domenica delle Palme
Secondo le ricostruzioni storiche e agiografiche, il motivo per il quale Gesù decise di andare nella città di Gerusalemme era legato ad un’antica ricorrenza ebraica che vedeva i fedeli recarsi al tempio, portando con sé un piccolo mazzetto intrecciato di palme insieme ad altre tipologie di arbusti come il salice e il mirto. Nella tradizione cristiana, la Domenica delle Palme è la giornata in cui ha inizio la Settimana Santa, ossia quella che passerà per il Giovedì Santo, con la celebre Ultima Cena, e il Venerdì Santo, con la crocifissione. Il culmine ci sarà nel giorno di Pasqua, con la Resurrezione di Gesù Cristo.
Che l’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia un fatto realmente avvenuto è confermato anche dai racconti riportati in tutti e quattro i Vangeli. Tuttavia ci sono delle differenze e, in particolare, nei Vangeli di Matteo e Marco si parla dello sventolio di rami di alberi qualsiasi mentre in quello di Luca non ce n’è traccia. L’unico Vangelo che parla esplicitamente di palme è quello di Giovanni.
Un’antica ricorrenza ebraica: il Sukkot
Fino all’avvento di Gesù, in questo giorno si celebrava un’antica festività ebraica conosciuta con il nome di Sukkot ossia la festa delle Capanne. Era consuetudine partecipare a una sentita processione che terminava proprio nel tempio di Gerusalemme. Tutti i fedeli dovevano portare un mazzetto di rami che facevano riferimento a tre principali alberi. La scelta non era casuale, in quanto queste tipologie di arbusti avevano un significato ben preciso. Nello specifico, la palma era il simbolo della fede, il mirto della preghiera e il salice ricordava come gli uomini dovessero stare in silenzio davanti a Dio.
Un po’ come avviene con le odierne processioni cattoliche, anche questa antichissima festa vedeva i partecipanti fare delle invocazioni che facevano soprattutto riferimento alla liberazione dalla schiavitù, avvenuta per volere di Dio attraverso Mosè. Un altro aspetto particolarmente significativo era la scelta di arrivarci in sella ad un asino e non con un cavallo. Sempre secondo i Vangeli, sembra che Gesù la sera del sabato si fermò in una vicina cittadina, dalla quale mandò due dei discepoli a prelevare un’asina. Nel Vangelo secondo Matteo, questo avvenne perché si doveva compiere quanto era stato annunciato dal profeta Zaccaria.
Perché si benedice l’ulivo: il significato della Resurrezione
Nella moderna liturgia, nella Domenica delle Palme i fedeli portano con sé dei ramoscelli d’ulivo. La scelta di questa pianta ha un significato sia geografico, in quanto non in tutte le zone crescono le palme, sia simbolico, perché nelle culture mediterranee ha simboleggia la pace, la prosperità e una nuova vita: proprio come la Resurrezione di Gesù. È quindi una promessa di rinascere con Gesù in una comunione di fede.
La liturgia prevede una lunga lettura della passione di Gesù tratta dai Vangeli di Matteo, Luca e Marco. Da sottolineare che non sono le stesse letture che invece vengono utilizzate nella liturgia del Venerdì Santo, in quanto quelle vengono prese dal Vangelo di San Giovanni.
I Santi del giorno
Il calendario cattolico Romano ci ricorda che il 24 marzo, tutti gli anni, è la giornata per festeggiare diversi santi e beati, come Santa Caterina di Svezia, San Giovanni del bastone sacerdote e monaco, la Beata Maria Serafina del Sacro Cuore Micheli, San Mac Cairthind, il Beato Diego Giuseppe da Cadice, San Severo e San Timolao.