COS’È LA DOMENICA DELLE PALME E COSA SI CELEBRA OGGI 2 APRILE

Non solo nel nostro Paese oggi si celebra la Domenica delle Palme, ovvero l’ultima domenica prima della Santa Pasqua nonché inizio ufficiale della Settimana Santa: per i non cristiani, trattasi dell’inizio del periodo di potenziali ferie pasquali (anche se va monitorato il periodo in base ai singoli accordi sui luoghi di lavoro oltre che le leggi regionali). La Domenica delle Palme secondo la tradizione è nota anche come “Domenica della Passione del Signore”: viene celebrato infatti oggi l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, ma allo stesso tempo quel “trionfo” mutuò rapidamente nell’inizio della Passione, la quale culminerà Giovedì Santo nella Messa in Cena Domini, Venerdì Santo con la Via Crucis e la morte sul Calvario, la veglia nel Sabato Santo e la gioia della Resurrezione del Cristo nella Domenica di Pasqua.



L’episodio delle Palme raccontato nei Vangeli ufficiali di Luca, Matteo, Giovanni e Marco si inseriva nella festività ebraica di Sukkot, detta la “Festa delle Capanne”: è in quella ricorrenza che il popolo ebraico si avviava in massa a Gerusalemme in processione verso il tempio. Come racconta la stampa vaticana, i fedeli ebraici tenevano all’epoca in mano il lulav”, di fatto un piccolo mazzo composto da tre alberi: la palma (simbolo di fede), il mirto (simbolo di preghiera), il salice (simbolo del silenzio di fronte a Dio). È una celebrazione “corale” quella della Domenica delle Palme perché richiama la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto dopo il passaggio nel Mar Rosso. Il Messia, per l’Antico Testamento, si sarebbe manifestato proprio durante quella festa: così avviene con Gesù che entra in città a bordo di una asina. Il profeta Zaccaria ricordava nella Bibbia come «Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma».



DOMENICA DELLE PALME, COS’È? RAMI D’ULIVO E PACE: QUALE TRADIZIONE VERSO LA PASQUA

«Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: ‘Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!’. Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: ‘Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d’asina»: così il Vangelo di Giovanni che fa ben capire come la Domenica delle Palme sia un reale prodromo dell’intensa Settimana Santa che avrebbe poi cambiato per sempre la storia dell’umanità. «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!», urlava la piazza che ancora non sa che solo qualche giorno più tardi si sarebbe scoperta a fianco di Barabba per liberarlo al posto di Gesù Cristo, temendo la reazione delle élite israelite e dei Romani.



È una contraddizione la Domenica delle Palme, una contraddizione che pone l’onore al “Re dei Re” e allo stesso tempo dà il via alla Passione, morte e Resurrezione del Cristo. Gli onori e il Golgotha, tutto nasce da qui: le palme in ciò rappresentano proprio quel segno di pace donato dal Mistero di Dio all’uomo per farne un simbolo di duratura alleanza. Ma dunque perché vi è ancora oggi il rito della benedizione degli ulivi nella Domenica delle Palme? Il motivo è molto banale: in Occidente storicamente non crescevano palme e venne dunque sostituita dalla pianta di ulivo: in Europa del Nord, dove neanche gli ulivi esistono, si utilizza per la processione delle Palme un misto di rametti di fiori intrecciati. Nella celebrazione della Domenica delle Palme anche la liturgia viene modificata: «si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico», spiega “Famiglia Cristiana” presentando i momenti di questa particolare festa. Al termine della messa per la Domenica delle Palme, i fedeli portano a casa i rametti benedetti dal sacerdote conservando quel simbolo di pace e scambiandolo con amici, parenti e conoscenti.