Abbiamo approfonditamente affrontato il discorso connesso al significato e alle origini della Domenica delle Palme, ma non abbiamo parlato delle tradizioni legate a questo giorno così speciale e sentito dall’intera comunità cristiana. Rimediamo sin d’ora, dicendovi che in molte aree d’Italia, con le foglie di palma intrecciate si realizzano piccole e grandi confezioni addobbate: una consuetudine ben radicata in Sicilia e che si è estesa poi in tutta Italia (come i parmureli di Bordighera e Sanremo in Liguria). Successivamente, esse vengono scambiate fra i fedeli in segno di pace.
Come scrive “Il Giorno”, queste palme intrecciate, in genere di colore giallo, “sono vendute ai fedeli vicino alle chiese. In penisola sorrentina, in provincia di Napoli, molto forte è la tradizione delle palme di confetti, piccole composizioni fatte di rametti in ferro decorate con fiori e confetti”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
PERCHÈ E COSA SI CELEBRA NELLA DOMENICA DELLE PALME
In tutto il mondo cristiano oggi si celebra la Domenica delle Palme, l’ultima domenica prima della Pasqua e inizio ufficiale della Settimana Santa: in questa particolare giornata, conosciuta anche come “Domenica della Passione del Signore” si celebra sia l’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme, sia l’inizio della Passione che culminerà Giovedì Santo nella Messa in Cena Domini, Venerdì Santo con la Via Crucis e la morte sul Calvario, la veglia nel Sabato Santo e la gioia della Resurrezione del Cristo nella domenica di Pasqua.
L’episodio particolare delle “palme” in realtà, spiegano i Vangeli ufficiali, rimane alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la “festa delle Capanne”: in questa particolare ricorrenza, il popolo ebraico si avvia in massa a Gerusalemme in processione verso il tempio. Come riporta il focus di “Vatican News” sulla Domenica delle Palme, i fedeli ebrei tenevano in mano il “lulav” – un piccolo mazzo composto da tre alberi, la palma (simbolo di fede), il mirto (simbolo di preghiera), il salice (simbolo del silenzio di fronte a Dio). Si tratta di una celebrazione “corale” della liberazione del popolo ebraico dall’Egitto dopo il passaggio nel Mar Rosso: secondo la tradizione dell’Antico Testamento, il Messia atteso si sarebbe manifestato al mondo proprio durante questa festa. E così accade, con l’ingresso di Gesù nella città a bordo di un’asina: anche qui, la tradizione è fortissima in quanto il profeta Zaccaria raccontava come il Messia fosse un re diverso da tutti, dunque sarebbe stato trasportato dall’animale più umile come l’asino, anche simbolo dell’istinto dell’uomo che viene condotto dal Signore (in groppa) verso la salvezza. «Dite alla figlia di Sion; Ecco il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma», le parole di Zaccaria nella Bibbia.
ULIVI, PALME E PACE: LA TRADIZIONE VERSO LA PASQUA
Ma la tradizione sicuramente più forte nella Domenica delle Palme è rappresentata proprio dalla pianta utilizzata dai fedeli ebrei nell’accogliere il Cristo all’ingresso in Gerusalemme: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei cieli!», urlava la folla (mentre molti di questi, solo pochi giorni dopo, furono pronti a sostenere Barabba davanti a Ponzio Pilato, condannandolo alla Croce).
L’ossimoro di una festa così regale con quanto poi avvenuto nella Passione è proprio quella contraddizione che Dio con la sua venuta nella storia è riuscito a vincere definitivamente: le palme in ciò rappresentano proprio quel segno di pace donato dal Mistero di Dio all’uomo per farne un simbolo di duratura alleanza. «La palma è la pianta che si rinnova ogni anno con una foglia, ma riporta anche all’immagine messianica di creazione un ponte tra il monte e la città, tra Dio e l’uomo. Fino al IV secolo, a Gerusalemme una tradizione locale indicava fisicamente la palma da cui erano stati staccati i rami con cui i fanciulli avevano inneggiato a Gesù», spiega ancora la stampa Vaticana. Ma perché si parla anche di benedizione degli ulivi nella Domenica delle Palme? Semplice, in quanto in Occidente storicamente non crescevano palme e venne dunque sostituita dalla pianta di ulivo: in Europa del Nord, dove neanche gli ulivi esistono, si utilizza per la processione delle Palme un misto di rametti di fiori intrecciati. Seguendo la Liturgia della Chiesa per la Domenica delle Palme, le celebrazioni si svolgono a partire da un luogo adatto al di fuori della chiesa; qui i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che dopo la lettura di un brano del Vangelo vengono distribuiti ai fedeli. Come racconta “Famiglia Cristiana” elencando i simboli e la tradizione di questa domenica che inizia la Settimana Santa, «si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il ciclico calendario liturgico». Il racconto della Passione, che anticipa i temi del Triduo Pasquale, si articola in 4 momenti: l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura. Solo al termine della messa per la Domenica delle Palme, i fedeli portano a casa i rametti benedetti dal sacerdote conservando quel simbolo di pace e scambiandolo con amici, parenti e conoscenti.