Il Presidente di Invitalia nonché ex Commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri risulta indagato dalla Procura di Roma per la maxi inchiesta sulla fornitura di mascherine e Dpi anti-coronavirus: dopo l’indiscrezione emersa già lo scorso aprile (scoop de “La Verità”, ndr) sulle indagini a carico di Arcuri ora arriva la conferma, rilanciata oggi da ANSA e da tutti i quotidiani.



Le accuse mosse contro il n.1 di Invitalia vanno da corruzione a peculato fino all’abuso di ufficio: secondo quanto però trapela su “Repubblica” dalla Procura di Roma, per il reato di corruzione gli stessi pm hanno chiesto l’archiviazione del fascicolo ai danni di Arcuri, restano invece gli altri due capi di imputazione. Su tutto dovrà esprimersi ora il gip mentre l’inchiesta prosegue: lo scorso sabato l’ex commissario, oggi sostituito dal generale Francesco Paolo Figliuolo (dopo il “sollevamento dell’incarico” attuato dal Premier Draghi), è stato interrogato per chiarire la sua posizione. Risultano indagati con Arcuri anche gli imprenditori Mario Benotti, Andrea Vincenzo Tommasi ed Edisson Jorge San Andrés Solis.

DI COSA È ACCUSATO L’EX COMMISSARIO ARCURI

L’inchiesta riguarda la maxi fornitura di mascherine provenienti dalla Cina da oltre un miliardo di euro durante i primi mesi dell’emergenza pandemia: il commissario all’epoca incaricato dal Governo Conte-2 avrebbe costituito – secondo la Procura di Roma – una «comitato d’affari per speculare sull’epidemia», si legge dalle carte emerse oggi sull’Agenzia ANSA. Si parla anche di «provvigioni indebite per decine di milioni di euro»: Arcuri davanti ai pm ha voluto chiarire la sua posizione, con l’ufficio stampa del manager che in mattinata ha dichiarato quanto segue, «È stato così possibile un confronto e un chiarimento che si auspicava da molto tempo con l’Autorità giudiziaria, rispetto alla quale sin dall’origine dell’indagine Arcuri ha sempre avuto un atteggiamento collaborativo, al fine di far definitivamente luce su quanto accaduto».

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