Terza ondata di coronavirus travolgente, ma non c’è pressione sulle terapie intensive: a chiarirlo è Domenico Arcuri. Il commissario all’emergenza Covid è intervenuto oggi alla conferenza “Finanza e sistema Paese un anno dopo” per fare il punto sull’emergenza sanitaria ed ha tenuto a chiarire un aspetto relativo alle TI: «In Germania c’erano 30 mila posti di terapia intensiva nel mese di marzo, sei volte in più rispetto all’Italia, dove erano 5 mila. Nel momento del picco del contagio, abbiamo avuto 7 mila pazienti in rianimazione, 2 mila in più rispetto alla totale capienza dei reparti». Una situazione totalmente diversa rispetto a quella attuale, ha specificato il numero uno di Invitalia: «Oggi abbiamo circa 10 mila posti di terapia intensiva, a dicembre ne avremo 11.300. Ad oggi abbiamo 3.300 ricoverati per Covid-19, quindi non c’è pressione su questi reparti».
ARCURI: “SANITÀ IN PASSATO NON CONSIDERATA FATTORE COMPETITIVO”
Nel corso del suo lungo intervento al convegno, Domenico Arcuri ha lamentato che in passato il sistema sanitario non è stato considerato un fattore competitivo ed ha elogiato il lavoro svolto dal suo team. Il commissario all’emergenza Covid ha spiegato che nel corso degli ultimi dieci giorni «è stato distribuito il 10% delle attrezzature per la terapia intensiva pari a quelle che sono state distribuite negli ultimi 60 anni». Negli ultimi giorni si è parlato molto anche della possibile mancanza di ossigeno, ma Aifa, Assogastecnici e Federfarma hanno tenuto a precisare: «Sebbene l’emergenza legata al coronavirus abbia determinato una crescita significativa della domanda di ossigeno, ad oggi non ci sono rischi di carenza del farmaco».