C’è una svolta nell’omicidio di Domenico Attianese, il poliziotto che nel 1986 fu assassinato mentre tentava di sventare una rapina in una gioielleria di Pianura, quartiere di Napoli. Pochi giorni fa, 38 anni dopo il delitto, i presunti killer dell’agente sono stati arrestati. Lo riporta RaiNews, secondo cui le persone finite in manette sono Giovanni Rendina e di Salvatore Allard, oggi 60enni. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, a carico dei due indagati sarebbero stati rilevati elementi e riscontri importanti in particolare all’esito delle analisi delle impronte digitali.



La figlia della vittima, Carla Attianese, era presente quel giorno e fu lei ad allertare il padre, che non era in servizio, dopo essersi accorta di quanto stava accadendo nel negozio. Domenico Attianese intervenne, ma durante la colluttazione con i malviventi fu ferito con un colpo di pistola alla testa che non gli avrebbe dato scampo. “Mio padre fu ucciso sotto i miei occhi – ha ricordato la figlia in una intervista ai microfoni del Messaggero –. Pentita di averlo chiamato? Mai, è quello che avrebbe fatto lui“.



Svolta 38 anni dopo l’omicidio di Domenico Attianese, la figlia: “Giustizia non va in prescrizione”

Era il 4 dicembre 1986 e quel giorno, a Napoli, l’agente Domenico Attianese non era in servizio ma non esitò un istante a intervenire dopo la chiamata di sua figlia, Carla, che l’aveva allertato su una rapina in corso alla gioielleria Romanelli del quartiere Pianura. Oggi, 38 anni dopo il delitto, i presunti assassini del poliziotto eroe sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario.

Mi piace pensare che sia un messaggio di speranza per le tante famiglie delle vittime della criminalità organizzata che ancora non conoscono i nomi dei responsabili della morte dei propri cari“, ha dichiarato Carla Attianese al Messaggero. Nel 1996 finirono a processo altri due uomini poi prosciolti perché risultati totalmente estranei ai fatti. Nuovi accertamenti investigativi, condotti dalla Polizia scientifica con il coordinamento della Procura del capoluogo campano, avrebbero portato a galla elementi utili a ricostruire un quadro indiziario robusto a carico dei due nuovi indagati poi arrestati. “È stata una notizia importantissima per la mia famiglia – il commento della figlia di Domenico Attianese alla Tgr Campania -. È un episodio che ci dice che la giustizia non va in prescrizione. Grazie alla Polizia di Stato e alla Procura di Napoli che hanno sempre cercato verità e giustizia“.