Il sociologo dei lavoratori, così viene definito Domenico De Masi, morto all’età di 85 anni. A darne la notizia è il Fatto Quotidiano, che spesso ha ospitato pensieri e riflessioni dello studioso e sociologo vicino al Movimento 5 Stelle. Infatti, era considerato ispiratore di molte battaglie M5s: su tutte, il reddito di cittadinanza. A stroncarlo una “improvvisa e micidiale malattia“. Altri particolari li fornisce Repubblica, secondo cui De Masi aveva scoperto di avere una malattia invasiva lo scorso 15 agosto, mentre era in vacanza a Ravello. I medici del policlinico Gemelli di Roma gli avevano comunicato che gli restava poco da vivere.



Nato a Rotello (Campobasso), nel 1938, frequentò il liceo a Caserta e si laureò in Giurisprudenza all’Università di Perugia. Dopo la laurea, si trasferì a Parigi per il dottorato in Sociologia del Lavoro, affidandosi ad Alain Touraine. Entrò così nella dimensione della sociologia applicata ai processi reali, spingendolo a studiarli direttamente in fabbrica. Determinante fu anche l’incontro con Adriano Olivetti, per il quale lavorò brevemente. Dopo l’esperienza a Parigi, per Domenico De Masi cominciò la carriera accademica. Prima come assistente di sociologia all’Università Federico II di Napoli, affiancando quella di ricercatore all’Italsider di Bagnoli. Nel 1970 assunse l’incarico di assistente presso la facoltà di Scienze politiche all’Università di Cagliari, dove conobbe menti brillanti come Gustavo Zagrebelsky, Valerio Onida, Luigi Berlinguer, Franco Bassanini.



LA CARRIERA DI DOMENICO DE MASI

Quindi, il ritorno a Napoli, all’Orientale, dove Domenico De Masi insegnò Sociologia alla facoltà di Scienze politiche, poi di nuovo alla Federico II per tre anni prima di approdare a Roma, dove insegnò Sociologia presso il Magistero. Divenne preside della facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione. De Masi ha pubblicato moltissimi manuali di organizzazione del lavoro e sociologia del lavoro. Tra i libri più importanti, Il lavoratore post-industriale, Il futuro del lavoro fino a Ozio creativo dove sostiene che “la quantità e qualità del prodotto non dipendono dal controllo sul lavoratore ma dipendono dalla sua motivazione” e dalla sua capacità di entrare nella dimensione di “ozio creativo“.



Ma Domenico De Masi ha avuto una visione sempre rivolta al futuro, al mondo digitale e alle rivoluzioni tecnologiche, infatti è stato in prima fila nell’analisi dello smart working, della riduzione dell’orario di lavoro e del reddito di cittadinanza, mantenendo l’attenzione alle aziende. Infatti, ha realizzato l’Associazione italiana dei formatori, creato la S3Studium, che poi si è trasformata in una società di consulenza. Anche in questa veste ha creato la Scuola del Fatto Quotidiano.

DOMENICO DE MASI, DAL M5S ALLA “SECONDA VITA” IN BRASILE

Ma la natura visionaria di Domenico De Masi è accostata anche a Beppe Grillo. Infatti, per il Movimento 5 Stelle elaborò prima una ricerca sul lavoro, poi un’indagine sulla loro cultura politica, diventando un consigliere sempre più ascoltato. Infatti, nel corso della campagna elettorale del 2022 rivelò le pressioni subite da Beppe Grillo da Mario Draghi per la rimozione di Giuseppe Conte. Una vicenda che fece scoppiare numerose polemiche e mise fine ai rapporti col leader genovese. Invece, con Conte provò a fondare una Scuola politica del M5s, progetto poi abbandonato. Domenico De Masi ha vissuto una sorta di seconda vita in Brasile, dove hanno scoperto i suoi libri e li hanno tradotti. Così è diventata una figura molto ascoltata dal Partito dei lavoratori e dallo stesso Lula.