I genitori di Renato Zero, Domenico Fiacchini e Ada Pica, sono stati un pilastro fondamentale nella vita del poliedrico ed istrionico artista romano. Una famiglia unita che ha fatto tantissimi sacrifici per crescere i propri figli come ha raccontato proprio la voce de “I migliori anni della nostra vita” quando nel salotto televisivo di Domenica In da Mara Venier ha ricordato: “mia madre portava un cestino di vimini con il pranzo, la retta era parziale e il pranzo tutti questi signori dovevano procurarselo da soli, gli altri avevano servitori, mamma usciva dal Santo Spirito dove aveva lavorato, metteva tutto nella cesta di vimini e si faceva tutta la scalinata, lo faceva quattro giorni su sei”.



Anche se oggi non ci sono più, Renato Zero ricorda con grande affetto ed amore i genitori Domenico Fiacchini e Ada Pica che hanno fatto davvero tutto per lui. “Sono stati meravigliosi e non mi hanno mai contestato” – ha confessato dalle pagine di Grazia.

L’amore e il rapporto tra Renato Zero e i genitori Domenico Fiacchini e Ada Pica

Durante gli anni ’70 non era facile e non era da tutti essere come Renato Zero. Il trasformista artista ha potuto contare sul supporto incondizionato dei suoi genitori Domenico Fiacchini e Ada Pica che non l’hanno mai abbandonato anche quando veniva deriso per i suoi look. Una infanzia sicuramente felice per l’artista romano che ha raccontato a Domenica In: “io vivevo in una casa con una famiglia ricca, meravigliosamente presente, era un parafulmine meraviglioso”. E’ stato più semplice per l’artista vestirsi con le boe di struzzo o con abitini di strass e perline consapevole che avrebbe sempre trovato nella sua famiglia e nei suoi genitori un punto di forza.



Il padre poliziotto non si è mai imposto o ha cercato di cambiarlo, anzi proprio Renato Zero ha raccontato dalle pagine di Vanity Fair: “è stato sempre fiero. Senza impormi nulla, suggerirmi niente, pretendere che fossi qualcos’altro da me”.

Leggi anche

Renato Zero ricorda la malattia: "Salvato da un frate"/ "Ho dovuto fare una guerra"