Domenico Quirico, inviato di guerra ed esperto di geopolitica, sulle colonne de “La Stampa” si è soffermato sui soldati morti nella guerra in Ucraina. Il giornalista ha sottolineato che si fa una conta precisa e puntuale delle cose distrutte e degli armamenti da sostituire, mentre non si hanno notizie validate da numeri certi di combattenti spezzati, feriti, amputati: “Chi tra cento anni leggerà le peripezie lunghe e sanguinose della storia dei popoli alle frontiere d’Ucraina, stupefatto, si accorgerà che, nei resoconti, c’è la minuziosa contabilità dei carri armati distrutti e che devono essere rimpiazzati, dei proiettili necessari ogni giorno alle artiglierie, degli avanzi negli arsenali, fissata con la precisione di un cambusiere – ha evidenziato Quirico. Invano cercherà l’elenco delle perdite, dei fuori combattimento umani”.



Le tragiche cifre dei civili uccisi vengono riferite in dettaglio perché servono alle due parti ad accusarsi vicendevolmente di crimini infami e di massacri illegittimi. “Ma i soldati eliminati – si domanda Domenico Quirico –? Quelli sono altri numeri, colossali. Decine di migliaia certamente, si sussurra duecentomila almeno, una intera gioventù, russa e ucraina, aspirata, spazzata via per riassumere nel proprio morire la storia reale, non epica, solo sanguinante del secolo. Metteremo un trattino vuoto, con i loro sogni crollati, la barbarie”.



DOMENICO QUIRICO: “COSA ACCADRÀ IN UCRAINA QUANDO FINIRANNO GLI UOMINI?”

Nel prosieguo del suo commento, Domenico Quirico ha usato parole forti per descrivere la situazione dei soldati morti in Ucraina: “Le vittime sono senza passato. La loro vita è cancellata. Vittime, eppure sappiamo tutti di poterlo diventare. In fondo all’elenco inesauribile di armamenti e denaro con cui aiutiamo gli ucraini e che gli ucraini ci chiedono, lascio in sospeso una frasetta un po’ filosofica: ma che accadrà quando finiranno gli uomini? Ormai assuefatti al dogma bellicista, nessuno la legge nel senso antropologico. Per gli ucraini può esser un problema addestrare reclute per armi sofisticate come quelle che Europa e Stati Uniti forniscono, ma imparano in fretta. Molto di più dei primitivi coscritti di Putin”.



Ma, in realtà, Domenico Quirico intende dire un’altra cosa: quando l’ultimo soldato sarà morto, “che si farà? Gli splendidi carri armati, i mirabolanti cannoni che non conoscono frontiere spareranno da soli? Si farà ricorso ai robot?. Interrogativi ai quali ci auguriamo non vi sia mai la necessità di fornire risposta.