Né Russia né Ucraina riusciranno a ottenere i rispettivi obiettivi, questo deve essere il momento del negoziato: perentorio Domenico Quirico. L’esperto è intervenuto sulle pagine de La Stampa per analizzare la crisi ucraina alla vigilia del vertice Nato di Vilnius: “L’obiettivo russo era la egolatrica cancellazione dell’Ucraina come soggetto indipendente e anti-russo e la sostituzione di Zelensky con qualche manovrabile vassallo che accetti moscoviti beneplaciti padronali. Il dichiarato obiettivo ucraino era speculare: riprendersi quanto perduto dal 2014 e ottenere infrangibili e automatiche garanzie, soprattutto militari, dagli Stati Uniti”.



Passando a Washington e ai suoi alleati, l’obiettivo secondo Domenico Quirico era la sconfitta-esecuzione di Putin e l’usura irrimediabile della potenza militare ed economica russa. Ma dopo 500 giorni non esiste più alcuno scopo: “Mosca non riuscirà più a rimettere sotto controllo Kiev diventato uno Stato militarizzato. Ma la riconquista dei territori rubati, a sua volta, è fuori portata per l’esercito ucraino pur imbottito di tutte le armi dell’Occidente: semplicemente perché è al di sopra delle sue forze. L’annientamento della Russia come potenza militare, poi, richiederebbe un intervento diretto della Nato, difficile da far accettare come necessario alle opinioni pubbliche occidentali comodamente non belligeranti”.



L’analisi di Domenico Quirico

Per Domenico Quirico si sta perdendo progressivamente il senso delle proporzioni, della misura e dell’obbligatorio rapporto tra i mezzi e i risultati. “Le società chiuse da un potere tirannico hanno bisogno di innescare minuti di odio quotidiano. Ma che ci degradiamo noi, lasciandoci imbeccare da una propaganda abbellita di omissioni e di mostri, ebbene questo ci condanna”, ha aggiunto l’esperto. E sono tanti gli esempi citati nella storia, da Omero alla prima guerra mondiale: “Nel 1917 il presidente francese Poincaré, facinoroso canterino della vittoria a tutti i costi, a chi suggeriva di trattare con i tedeschi invasori vista la mostruosità della inutile strage, rispose allo stesso modo: i morti non lo vogliono. Nel tremendo 1917 nessuno dei belligeranti aveva più obiettivi credibili per una guerra nata da un delitto in una periferica cittadina dei Balcani”.

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