Domenico Quirico, capo redazione esteri del quotidiano torinese La Stampa, ha pubblicato un articolo dal titolo “Se uccidere Putin è l’unica via d’uscita”, attraverso cui ha attirato su di se le ira dell’ambasciatore russo in Italia.

Questi infatti ha querelato per apologia di reato e istigazione a delinquere lo stesso collega. “Il pezzo -ha raccontato Domenico Quirico, ospite ieri sera in collegamento con il programma di Rai Due, Tg2 Post – è un’analisi semplicemente del cosiddetto tirannicidio che dai tempi dell’Atene antica viene spesso indicato come un mezzo per risolvere i tiranni e i despota, eliminando il tiranno si porrebbe il rimedio alla soluzione di cui lui è responsabile. L’omicidio è una cosa che non bisogna mai commettere e nell’articolo argomentavo che questa soluzione nella storia non ha quasi mai funzionato in quanto, eliminando il tiranno e il despota si è causato un caos peggiore di quello che esisteva prima, questo è in poche righe l’articolo”.



DOMENICO QUIRICO: “PUTIN UN UOMO MEDIOCRE”

Più specificatamente sulla querela dell’ambasciatore russo: “Al di là della cattiva lettura del pezzo – ha replicato Quirico – questo signore credp che avesse uno scopo diverso che era quello di intimidire. Il tema della sua querela è apologia di reato e istigazione a delinquere, ho fatto un po’ di diritto ed è talmente paradossale che se non ci fosse una situazione talmente tragica come quella della guerra mi verrebbe da ridere, situazione che il datore di lavoro di questo signore ha provocato“.



Sull’articolo scritto oggi su La Stampa, Quirico conclude: “Domani (oggi ndr) leggeremo un pezzo su Putin che avevo già previsto e annunciato indipendentemente dalla querela, un pezzo che descrive Putin al di fuori della narrazione che di solito utilizziamo. Questo signore – spiega il giornalista de La Stampa – ha nella mediocrità il suo punto di forza, io penso che i dittatori siano uomini mediocri e che hanno fatto della loro mediocrità il loro grimaldello, e l’avrei scritto indipendentemente dalle iniziative dell’ambasciatore”.

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