“Lo spread è sotto controllo. L’Italia è un Paese grande e forte, degno di stare in prima fila in Europa malgrado sia gravato di un debito abnorme, ancora a livelli di sostenibilità a meno che i rialzi dei tassi proseguano ancora”: così Domenico Siniscalco sui verdetti delle agenzie di rating sull’Italia. Intervistato da Repubblica, l’ex ministro dell’Economia ha sottolineato che “se Moody’s avesse per la terza volta consecutiva sancito l’outlook negativo, avrebbe dovuto automaticamente abbinargli un downgrade nella zona “junk”, e questo con le tensioni internazionali in corso avrebbe aperto un ennesimo vulnus all’interno dell’occidente del quale nessuno sente il bisogno”.



La versione di Domenico Siniscalco

Ora l’Italia deve restare agganciata al carro di chi conta in Europa, senza inseguire suggestioni ungheresi o polacche, l’analisi di Siniscalco, che ha rimarcato la necessità di trattare sulla riforma del Patto di stabilità: “Senza pretendere che le nostre posizioni siano subordinate all’accettazione da parte della Commissione di altre istanze che non c’entrano nulla. Se c’è una cosa che da sempre indispettisce le istituzioni europee è presentarsi con una logica “a pacchetto”, quasi da suk: io ti una cosa a te, tipo la ratifica del Mes, e tu mi dai un patto di stabilità più benigno. Quanto di più sbagliato. Ogni problema va visto a sé, nei suoi esatti contorni e non al di là”. Siniscalco ha proseguito: “La Commissione resta disponibilissima per una trattativa da pari a pari. Ciò premesso, è chiaro che un Patto il più possibile flessibile, qual era quello originariamente prospettato dalla stessa Commissione, va a vantaggio dei Paesi più vulnerabili come l’Italia. Il pericolo è un Patto che riproduca antiche rigidità, con l’aggiunta di clausole ancora più penalizzanti per il deficit e non più solo per il debito. Per questo occorre un negoziato con intatta forza politica”. Soffermandosi sulla manovra, Siniscalco l’ha definita debole e priva di quella spinta agli investimenti privati: “Occorreva uno sforzo, diciamo di fantasia, certo di visione: un nuovo programma Industria 4.0, sgravi fiscali meglio mirati, incentivi burocratici, tutto ciò che può rilanciare la domanda e gli investimenti”.

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