Nascondeva la cocaina nella teca delle ostie e quando è stato scoperto si è difeso dicendo che era per uso personale. Un sacerdote di 51 anni, don Alberto Bastoni, è indagato ora per detenzione di materiale pedopornografico. Non per il possesso di droga, visto che è stato segnalato come assuntore alla prefettura. Nel corso della perquisizione è stato sequestrato materiale informatico – computer e hard disk – che verrà analizzato dai tecnici a caccia di immagini e video di minorenni in atteggiamenti sessuali. Originario di Rimini, il parroco – come riportato da Fanpage – prestava servizio presso la Casa del clero ad Ascoli. Finito nel mirino delle Procure di Ascoli e Ancona, è stato allontanato dalla Diocesi ascolana. Il caso è scoppiato il 26 maggio, quando durante la perquisizione ha consegnato 3,5 grammi di cocaina ai carabinieri sostenendo che fosse per uso personale. La Procura ascolana sta compiendo approfondimenti sulla provenienza della droga, cercando di capire se sia stata ceduta ad altre persone, ma non ci sono contestazioni in tal senso.



DON ALBERTO BASTONI NEI GUAI PER PEDOPORNOGRAFIA E DROGA

Nella stessa perquisizione, però, riporta Fanpage, sono state trovate due siringhe insanguinate. Sulla vicenda è intervenuto il vescovo Giovanni D’Ercole, che in una nota ha spiegato la vicenda del prete indagato, spiegando che don Alberto Bastoni, «forse anche in conseguenza del lockdown», è caduto «in una depressione maggiore unipolare che gli ha provocato un grave squilibrio mentale, umano e umorale» che si è espresso in comportamenti che hanno attirato una indagine da parte delle autorità competenti, in riferimento appunto all’inchiesta in corso. Ma il parroco era stato coinvolto in passato in un altro caso di possesso di stupefacenti nel 2012 in Umbria. Anche in quell’occasione disse che la cocaina, consegnata sempre durante un controllo, era per uso personale. Quell’inchiesta a suo carico condotta dalla Procura di Perugia fu poi archiviata.



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