Don Antonello Mennini e la presunta confessione di Aldo Moro nel covo delle BR

Nella vicenda legata alla morte di Aldo Moro era spuntato anche il nome di Don Antonello Mennini, che nel 1978, anno dell’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana, era viceparroco presso la chiesa romana di Santa Lucia. Il nome del prete fu accostato a quella buia pagina di storia per un episodio particolare: sarebbe infatti stato lui a confessare Aldo Moro nel covo delle Brigate Rosse, prima del suo omicidio.



Come riferisce IlGiornale.it, a rivelare alcuni dettagli sulla vicenda è stato il brigatista Michele Galati durante una conversazione registrata con il giudice milanese Guido Salvini. Secondo la ricostruzione da lui fornita sulla presunta vicenda, il sacerdote fu prelavato a Roma, bendato affinché non riconoscesse né il tragitto percorso né l’ubicazione del covo delle BR e, successivamente, portato da Aldo Moro per la confessione del presidente democristiano.



Commissione d’inchiesta sul caso Moro, la smentita di Don Antonello Mennini

Il coinvolgimento in questa vicenda era però stato seccamente smentito dallo stesso Don Antonello Mennini. Nel marzo 2015, infatti, il sacerdote fu ascoltato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Aldo Moro. In quell’occasione negò seccamente di essere entrato nel covo delle Brigate Rosse ed aver confessato lo statista. “Sono segrete le circostanze della confessione, le modalità, e anche il luogo, la logistica, e questa è una legge divina e non positiva su cui qualcuno può intervenire per modificarla. Neanche il Papa può sciogliermi eventualmente da questo segreto” aveva rivelato il prelato, come riportato da Ansa.



Tra le dichiarazioni del sacerdote Don Antonello Mennini, anche le seguenti parole: “Non ho potuto confessare Aldo Moro e dargli la comunione durante i 55 giorni. Anzi se fossi stato nel covo avrei cercato di fare qualcosa di concreto per liberare Moro, avrei cercato di dialogare con i brigatisti, chiesto di prender me e rilasciare lui“.