NUOVA AGGRESSIONE SEMPRE A ROMA CONTRO DON ANTONIO COLUCCIA

Nell’agosto 2023 avevano provato ad investirlo, ora sono passati al lancio di bottiglie, sassi e insulti molto pesanti: Don Antonio Coluccia non è molto amato nei quartieri limite di Roma, dove da anni (e ben prima delle attenzioni mediatiche) testimoniava il Vangelo di Cristo nella sua piena lotta alla micro e macro criminalità locale. È di oggi purtroppo la notizia della seconda aggressione in poco più di un anno contro il sacerdote che da anni vive sotto scorta proprio per le sue intemerate battaglie contro lo spaccio e i pusher che “tentano” ragazzi e persone più fragili.



Don Coluccia domenica sera 1 settembre 2024 si trovava nel quartiere Quarticciolo a Roma per una delle tante serate organizzate con i residenti nell’intento di pregare e manifestare a favore della legalità e contro lo spaccio di stupefacenti spesso a cielo aperto: è a quel punto che diversi pusher gli avrebbero gridato ogni improprie, insultandolo e minacciandolo, «sei come Buscetta. Hai le ore contate, ti ammazziamo». Come se non bastasse, un fitto lancio di sassi, bottiglie e bastoni è stato calato dalle finestre di quei residenti che evidentemente ritenevano la presenza di Don Coluccia come una “onta” al loro malaffare.



L’incontro di preghiera è stato così interrotto bruscamente ma non è certo la prima né l’ultima volta: don Antonio ai cronisti e gli altri cittadini si dice tranquillo, «Continuerò sempre a lottare per la legalità per i cittadini onesti che abitano in questo quartiere». Se già in passato Coluccia non era ben visto dalle cosche e dagli ambienti del marco-traffico di Roma, dopo gli impegni profusi assieme ad altri sacerdoti coraggiosi (come Don Maurizio Patriciello a Caivano in Campania, ma non solo) con il Governo Meloni nella profonda lotta contro la criminalità, ecco che l’immagine del prete romano è stata innalzata come autentico “traditore” e “nemico” (da cui, l’epiteto mafioso di “sei un Buscetta”, ovvero il primo pentito contro Cosa Nostra).



DA MELONI AL GOVERNO FINO AL SINDACO GUALTIERI: LA SOLIDARIETÀ AL PRETE CHE SFIDA LA CRIMINALITÀ

Questo pomeriggio il Campidoglio ha reso noto che nelle ore precedenti il sindaco di Roma Roberto Gualtieri aveva telefonato a Don Antonio Coluccia per esprimere piena solidarietà dopo la vile aggressione al Quarticciolo domenica scorsa: «continuano a collaborare con tutte le istituzioni competenti per rispondere compatte alle vigliacche minacce subite e far prevalere sicurezza e legalità sul territorio». Dal Governo con cui Don Coluccia da anni collabora per provare a rendere un futuro migliore ai tanti giovani “avvicinati” dallo spettro della droga e dello spaccio, giunge fortissima la condanna per il gesto subito.

«Un uomo molto coraggioso, buono, dedito al servizio del prossimo e in prima linea per il recupero sociale del territorio romano», sentenzia la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo post sociale dopo la violenta aggressione al Quarticciolo. Un attacco violento e migliacciò, chiosa la Premier mandando la piena solidarietà a nome dell’intero governo: uguale vicinanza arriva anche dai Ministri della Difesa Crosettograzie per l’impegno costante a favore della giustizia e dei deboli») e dell’Interno Piantedosi, così come dal vicepremier Matteo Salvini che scrive «sempre al fianco di chi lotta per liberare le nostre città dalla paura e dalla violenza».

Nell’agosto 2023 durante una “passeggiata della legalità” all’interno del quartiere di Tor Bella Monaca, sempre a Roma, un uomo aveva cercato di investire Don Antonio Coluccia, salvato dagli agenti della scorta presenti. Il sacerdote definito a livello mediatico come “anti-mafia” e “anti-droga” – termini da cui Don Coluccia ha spesso cercato di distanziarsi in favore di un semplice “sono un prete” – aveva rischiato la vita in quello che era sembrato un chiaro intento omicida (anche se per il Gip non fu tentato omicidio, oggi quell’uomo si trova a processo per l’investimento) per fortuna evitato per poco. «La droga ruba i sogni ai bimbi», ripeteva tanto allora quanto oggi, aggiungendo come serve «bellezza contro i clan della droga». È di questa testimonianza che i pusher e la criminalità locale romana teme tanto da minacciare in continuazione Don Coluccia e chiunque provi a seguire la strada indicata dal Vangelo.