L’AGGUATO, IL CLAN E LA BELLEZZA: PARLA DON COLUCCIA DOPO L’AGGRESSIONE SUBITA

Un attentato in pieno giorno durante la marcia della legalità ha impietrito cittadini e autorità a Roma: Don Antonio Coluccia è salvo sebbene la paura sia stata molta dopo l’agguato subito due giorni fa a Tor Bella Monaca, estrema periferia est di Roma. «Nella Capitale si spara troppo facilmente. Primavalle, Tor Bella Monaca, ma anche Ostia. Gli abitanti sono abbandonati e cadono vittime dei clan che con lo spaccio offrono soldi, protezione e lavoro»: lo racconta a “La Repubblica” lo stesso Don Coluccia, viceparroco di una chiesa in Roma Est che ogni giorno contrasta malaffare mafioso e spaccio grazie alle uniche armi in mano, un megafono e un Vangelo.



Come ammesso ieri nelle prime interviste dopo l’agguato, Don Coluccia è visibilmente scosso ma conferma il suo impegno nella lotta ai clan mafiosi della Capitale: «le mie attività pastorali sono anche in nome della Costituzione, non ci devono essere quartieri assoggettati alla malavita. I residenti vogliono ribellarsi e cambiare. Ma serve più bellezza». Una bellezza che ha una origine “lontana” dalla retorica e dalla “legalità”, ma sgorga dalla testimonianza evangelica per cui anche nelle insidie più grandi la “croce” di Cristo trionfa: Don Coluccia respinge ogni polemica contro le istituzioni e si rimbocca le maniche, «non è l’ora delle polemiche. Diciamo che serve creare cultura e bellezza. Dobbiamo dire ai giovani di non abbracciare la bella vita, ma la vita bella».



«So di dare fastidio anche perché le minacce nelle piazze di spaccio sono all’ordine del giorno», eppure – racconta ancora Don Coluccia a “Il Messaggero” – «Credo che Gesù Cristo sia venuto non per i sani ma per i malati, credo che in questi luoghi vada portato il messaggio della salvezza che è possibile e io devo fare la mia attività pastorale. Questi territori non possono essere territori ‘franchi’ dove non si può entrare, per questo c’è bisogno di un intervento di Stato».

DON COLUCCIA DALLA PREMIER MELONI A P. CHIGI: “PIENO SOSTEGNO”

Nella giornata di ieri Don Antonio Coluccia è stato invitato ufficialmente a Palazzo Chigi per un incontro privato con il Premier Giorgia Meloni la quale ha voluto mostrare l’intero sostegno del Governo e dello Stato per l’impegno trasmesso nella lotta alla criminalità e nella testimonianza della bellezza della vita cristiana.



«Il Presidente Meloni ha espresso al presbitero il pieno sostegno e la massima solidarietà del Governo e lo ha ringraziato per il suo infaticabile impegno contro la criminalità organizzata, lo spaccio di droghe e l’illegalità», fa sapere in una nota Palazzo Chigi dopo l’incontro con il prete di Tor Bella Monaca. «Orgogliosa di aver ricevuto oggi a Palazzo Chigi don Antonio Coluccia, il sacerdote aggredito ieri a Tor Bella Monaca a Roma. A nome del Governo ho voluto esprimergli la massima solidarietà e il pieno sostegno per l’infaticabile impegno nel condurre le sue battaglie quotidiane contro la criminalità organizzata, lo spaccio di droghe e l’illegalità. A lui tutta la nostra gratitudine», è invece il messaggio tributato dalla Premier Meloni sui social.

Si chiama Sergio Del Prete (dunque non è un cittadino bielorusso come dicevano ieri le prime agenzie, ndr) ed è il 28enne arrestato che martedì ha provato a investire don Coluccia con uno scooter mentre il sacerdote “anti-spaccio” era impegnato nella marcia per la legalità a Tor Bella Monaca: il sacerdote è salvo grazie al pronto intervento della scorta che si è frapposto al tentativo di attentato sparando un colpo (e sereno lievemente al braccio lo stesso Don Coluccia) e avendo una dura collutazione con Del Prete, trovando poi nel suo zaino una mannaia e un martello. Nel dicembre 2018 Don Coluccia era già stato vittima di un tentato agguato con spari contro la sua auto a seguito di minacce in arabo apparsi sui manifesti durante un incontro pubblico a Supersano.