È passato inosservato ai più ma nelle ultimi giorni uno dei sacerdoti più noti a livello pubblico, Don Antonio Mazzi, è stato operato per un carcinoma (un cancro) alla testa nell’ospedale di Santorso, a Vicenza. Per il fondatore della Comunità Exodus a Milano, si tratta del terzo importante intervento per problemi di salute sempre nello stesso nosocomio vicentino che ormai si è preso cura del noto sacerdote da diversi anni. Ne dà notizia il Giornale di Vicenza con tanto di foto di Don Antonio Mazzi dopo l’operazione pare perfettamente riuscita: «Qui mi trovo troppo bene. Ho sempre trovato assistenza e tanta disponibilità», ha spiegato il prete ed educatore ai colleghi vicentini. Dopo i problemi al cuore e alla prostata, ora un ben più serio carcinoma interno alla testa ha colto di sprovvista Don Mazzi il quale però, all’alba dei 90 anni non si è per nulla arreso ed ha intrapreso una difficile operazione in anestesia totale. «L’ospedale non è solo un luogo in cui serve professionalità, ci deve essere anche umanità. Nei grandi ospedali c’è tanta professionalità, ma magari non quell’umanità che per alcune malattie è ancora più preziosa. E a Santorso trovo proprio questa componente umana», spiega ancora Don Mazzi al Giornale di Vicenza.



CANCRO ALLA TESTA PER DON ANTONIO MAZZI: I 90 ANNI E L’EDUCAZIONE

Lo stesso Don Antonio Mazzi ha poi ricordato ai giornalisti come sarebbero diversi i progetti che ha ancora in cantiere il vulcanico sacerdote fondatore di Exodus: su tutti, tramite l’architetto Luisa Fontana, vuole progettare la nuova sede a Milano di Educatori senza frontiere: sarà proprio Don Mazzi a ricercare i 10 milioni di euro come fondi per poterla realizzare. 90 anni li farà a novembre ma nonostante l’operazione alla testa Don Mazzi è più in pista che mai: in un lungo dialogo con il quotidiano “Vita”, lo stesso sacerdote lombardo si auto “corregge” in vista dei prossimi progetti che lo vedono ancora a fianco degli ultimi e dei più disadattati della società «Dobbiamo ricominciare tutto da capo. Se ho imparato qualcosa a questa età è che per fare le cose non bisogna partire dalla testa. E nemmeno dalla pancia. […] Poi c’è un’altra cosa che ho imparato: che l’anima non ha età. E l’anima conta più del corpo». In un altro passaggio della bella intervista, Don Mazzi spiega ancora il “suo” valore del tempo; «Dobbiamo uscire dai luoghi comuni: a 18anni si fanno alcune cose, a 30 altre, a 40 altre ancora e così via. Il tempo non è un valore. In qualsiasi tempo tu sia devi giocarti la partita. Tutta la partita si gioca qua, adesso. Gesù Cristo si è giocato tutto fra i 30 e i 33 anni. Badate che Gesù non ha mai parlato del tempo. Mai. Il Giudizio universale non è la fine del tempo, è l’incontro con. È un inizio. Dobbiamo buttare via il calendario. Perché a 90 anni abbiamo la stessa efficienza, dal punto di vista spirituale, che si ha a 30 o 40 anni. L’anima non invecchia. L’amore non invecchia. La speranza non invecchia».

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