Don Backy si racconta a Serena Bortone nel corso della nuova puntata di Oggi un altro giorno e riporta alla mente il suicidio di Luigi Tenco. In merito racconta quale fu la sua reazione e le sue parole gelano la Bortone: “Si erano formate due fazioni: una che voleva sospendere il festival, io ero tra coloro che volevano continuarlo. – esordisce – Perché? Se Luigi fosse venuto da se quella sera e mi avesse detto le sue intenzioni, io l’avrei fermato, legato al letto, dissuaso… ma se lui prende una decisione, che è una sua decisione autonoma, io che ho legato a quella canzone il mio futuro, non ammetto che qualcuno intervenga per bloccare quella che è la mia decisione di vivere e andare avanti, con la sua decisione invece di finirla lì. Puoi farlo quando ti pare, ma non cercando di impedire a me di continuare il mio destino.”



“Posso dire che è un ragionamento un po’ spietato?” lo interrompe però la Bortone, sottolineando di non condividere il suo pensiero. “È un ragionamento logico, non spietato. – replica però Don Backy – Io ho rispetto della vita umana, ma ripeto il mio destino è legato a quella canzone, L’immensità, avrei dovuto rinunciare ad una chance importante.” (Aggiornamento di Anna Montesano)



Don Backy, chi è: l’incontro con Adriano Celentano

Il cantautore Don Backy sarà il primo ospite di Serena Bortone nella puntata di oggi, martedì 21 marzo, di “Oggi è un altro giorno“, in onda alle 14.05 su Rai 1 e su Rai Italia. Autore di alcune tra le più belle canzoni della musica italiana ha di recente pubblicato un romanzo dal titolo “Cose da pazzi”. Don Backy, nome d’arte di Aldo Caponi, è nato a Santa Croce sull’Arno (Pisa) il 21 agosto del 1939. Alla fine degli anni ’50 scopre la musica: “È successo nel 1957 tutto per colpa del film Senza tregua il rock’n’roll. Mi fece capire in che direzione sarebbe andata la mia vita e ogni sabato andavamo a sentire un complesso al dancing La Sirenetta di Castelfranco di Sotto… Là abbiamo scoperto il magico mondo del jukebox, che a Santa Croce non si erano mai visti: Paul Anka e Frankie Avalon, Tutti Frutti e Be-Bop-a-Lula. Impazzivamo”, ha raccontato al Corriere della Sera.

Il suo primo gruppo è quello dei Kiss, poi l’incontro con Adriano Celentano: “Mia sorella una mattina mi disse che sul treno da Pisa aveva letto su una rivista che Celentano cercava nuovi cantanti per la sua casa discografica. “Scrivigli”, mi dice. Due settimane dopo arriva una raccomandata… mi stavano invitando a Milano. A casa di Adriano mi ritrovai in mezzo alla riunione in cui… stavano costituendo il Clan. C’erano Ricky Gianco, Guidone, Milena Cantù, Detto Mariano”.

Don Backy a Sanremo con “L’immensità”

È con il Clan di Celentano che nasce il nome d’arte Don Backy: “Ad Adriano non piaceva il nome Aldo Caponi, “non è musicale”… Voleva che mi chiamassi Cocco Bacillo. Cocco per via dello sceriffo di Jacovitti, perché cantavo ballate western. Bacillo perché starnutivo sempre. Rilanciai con “Daniele Baci” perché le ragazze mi avrebbero riempito di baci. Americanizzato in Dan Baci. Ma per omaggiare Don Gibson, cambiai in Don Baci. Adriano ci aggiunse la kappa per farlo più “americano. Il mio nome è nato tra lazzi e frizzi”, ha ricordato Don Backy al Corriere della sera. Don Backy scrive testi per altri autori del Clan: sulla musica di Stand by Me scrisse per Celentano il testo di Pregherò, per Ricky Gianco Tu vedrai, sulla musica di Don’t play that song. Nel 1967 partecipa al Festival di Sanremo, in coppia con Johnny Dorelli, con L’immensità. L’anno dopo la rottura con Celentano: “Le frizioni c’erano già dal ‘65 ma nel ‘68 esplosero con fragore: non mi pagavano quanto mi spettava di diritti d’autore, ma solo un decimo. Adriano licenziò tutti, dal fratello all’impiegato… Quando andai a Sanremo con L’Immensità avevo il contratto in scadenza, e sbagliai a dirgli che me ne sarei andato”, ha raccontato al Corriere della Sera.