Don Bruno, il prete cantante reduce da un ‘provino’ a The Voice Senior, si è raccontato stamane a I Fatti Vostri: “Ho ricevuto la chiamata da grande, avevo alle spalle gli studi da maestro, avevo vinto il concorso, avevo anche una morosina, poi Gesù mi ha chiamato come suo ministro, apostoli, soprattutto per i giovani… oratori, campi di calcio, tanto entusiasmo e tanta gioia. Io sono parroco di tre parrocche che sono composte ben 19 chiese in Valsassina. Sono un po’ l’anima e lo spirito di questi paesi. Le mie messe sono sempre affollate? La gente si lascia coinvolgere, preghiera e canto diventa veicolo di gioia ed entusiasmo e Gesù è questo, è l’amore che si trasmette”.
Gli sposi fanno la fila per farsi sposare da Don Bruno perchè gli chiedono di cantare Mamma Maria de I Ricchi e Poveri: “Convolare a nozze davanti a Dio è una cosa importantissima e sacra, una manifestazione di gioia ed entusiasmo. Ma anche i bambini che io battezzo”. Ma come è nota la passione di Don Bruno per il canto? “La mia passione è nata fin da piccolo, cantavo con i libretti di Sanremo, mi mettevo davanti allo specchio e i vicini spegnevano la radio e la tv perchè sentivano me, anche al militare”. Sul suo tifo per la Juventus: “Tifo solitamente la squadra che vince ma per la Juve ho una certa predisposizione e lo manifesto, è un motivo di gioia, condivisione e di lotta”.
DON BRUNO : “LA MIA ESPERIENZA A THE VOICE SENIOR…”
Voglioso di mostrare le proprie doti canore al grande pubblico, Don Bruno si è presentato anche a The Voice Senior dove però non è stato preso dai quattro giudici: “Alla fine si sono pentiti è nata una sorta di complicità ed armonia incredibile ma anche con gli altri talenti, abbiamo un gruppo WhatsApp dove ci sosteniamo a vicenda”.
“Se avessero saputo che ero un prete? Sarebbe stato molto impegnativo, ho tanti impegni con i parrocchiani. La gente comunque mi ferma per strada, anche venendo qui. Gli uomini voglio i selfie per le mogli”. Chiusura sui Ricchi e Poveri: “Sono dei fratelli per me, con loro ho condiviso tanto, loro come me portano entusiasmo e gioia. I miei superiori? Mi stimano, mi vogliono bene, mi lasciano esprimere con questa modalità”.